La storia del produttore cinematografico Howard Hughes che creò un impero ad Hollywood

LUGANO - Da venerdì arriva nelle sale cinematografiche della Svizzera italiana il nuovo film di martin Scorsese, "The Aviator", già candidato alla corsa per l'Oscar con ben 11 nominations. Anche questa volta il regista italo-americano racconta la sua America e lo fa narrando la storia e la vita dell'eccentrico miliardario Howard Hughes, industriale, produttore, regista, progettista e aviatore, di cui Scorsese ripropone gli anni che vanno dal 1939 al 1947, prima cioè che le sue paranoie (aveva paura dei germi) lo costringessero ad un isolamento claustrofobico. Vengono ricreati, quindi, gli anni d'oro di Hollywood, i suoi amori per le dive più belle e famose dell'epoca sullo sfondo del Club Coconuts e del Grauman Chinese Theater di Los Angeles.
La trama
Nell'America degli Anni 20 il ventenne rampante Howard Hughes (Leonardo Di caprio) eredita le ricchezze del padre petroliere. Le mescola a una buona dose di spocchia tutta sua e decide di scalare Hollywood, con l'intenzione di diventare il più grande regista del mondo. Il ragazzo ha coraggio, e il suo film d'esordio Hell's Angels, per produrre il quale resta senza un cent, è un successo. Le dive dell'epoca fanno la fila per finirgli anche tra le lenziola, compresa l'algida Katharine Hepburn (Cate Blanchett) e quel gran pezzo dell'Ubalda di Ava Gardner (Kate Beckinsale).
Essendo, però, un divoratore di emozioni, l'instancabile Howard si dedica anche a un'altra sua spericolata passione: l'aviazione. Cosa che lo porta a fare il giro del mondo e addirittura a comperare la Twa. Mannaggia il destino ingrato: col tempo Hughes sviluppa fobie peggio di Michael Jackson nella camera iperbarica. Un disturbo mentale lo porta ad avere l'ossessione dei germi e lo conduce alla follia.
La parola alla critica
Vip Line: "Restando sempre in bilico tra mega-scene sfarzose e dialoghi intimisti, Martin Scorsese ci regala un buon film sulla vita di un uomo "pieno di vita, bellissimo e geniale", che ha vissuto con l'acceleratore a tavoletta fors'anche sapendo che un giorno avrebbe perso la sua battaglia. Il grande Dante Ferretti firma le scenografie, le luci cambiano a seconda degli anni della vita di Hughes raccontati da un Di Caprio convincente nel ruolo del talentato megalomane. Nel cast spuntano persino Jude Law nel ruolo di Errol Flynn, Alec Baldwin, boss della Pan Am, e Willem Dafoe, in un cameo".
Film Up: " Scorsese - grazie anche all'opera del fido Dante Ferretti - ricostruisce maestosamente l'America dell'inizio degli anni '30 fino agli inizi degli anni '60: scenografie, costumi, musica restituiscono un'opera certamente grandiosa e completa. Nonostante ciò, però, confessiamo che il film stenta ad emozionare, forse proprio a causa della fredda perfezione della sua realizzazione. Certamente, non si può negare che la pellicola susciti un indubbio interesse sia nei bozzetti dei grandi attori del passato (oltre alle due attrici citate si vedono Errol Flynn - Jude Law, Jean Harlow - Gwen Stefani) sia nella raffigurazione della lotta economico-politica tra il nostro eroe e Juan Trippe (Alec Baldwin) il capo della Pan Am, concorrente della TWA di cui Hughes era diventato il maggior azionista. E forse, proprio nella descrizione dei complessi giochi politici, (Alan Alda interpreta il Senatore Brewster foraggiato dalla Pan Am per presentare una legge che favorisse gli interessi monopolistici della Pan Am), l'opera centra i momenti migliori".
La parola ai protagonisti
Martin Scorsese: "Letta la prima volta la sceneggiatura, non riuscivo a capire come ci si potesse appassionare a un tipo simile. Poi ho capito quanto Hughes avesse precorso i tempi. Prima sapevo solo che era stato un vecchio ricco, eccentrico e malato, morto dopo anni di reclusione allultimo piano di un albergo di Las Vegas. Poi ho scoperto il suo straordinario contributo ai progressi dellaviazione, la sua avveniristica visione del mondo, il suo ruolo nel boom del cinema sonoro. Un pioniere che pagò con la follia le sue passioni estreme".
Martin Scorsese: "Il sogno americano è unarma a doppio taglio! Le due ore e 50 del film servono a disegnare, in controluce, le sue facce, la buona e la cattiva. Il sogno americano si ritorce contro chi non sa fermarsi. L'eccesso porta alla distruzione. O autodistruzione, come per Hughes".
Leonardo Di Caprio: "Temevo di apparire troppo giovane. Il film finisce quando Hughes è quarantenne. Mi sono stati daiuto il trucco, i vestiti e soprattutto i consigli di Scorsese, che mi ha fatto studiare le movenze dello Hughes più maturo".









Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!