La storia di Alessandro Il Grande, bisessuale nel film di Oliver Stone

Arriva venerdì nelle sale cinematografiche della Svizzera italiana il nuovo atteso film di Oliver Stone, "Alexander", il conquistatore macedone, vissuto tra il 356-323 A.C, che conquistò quasi l'intero mondo conosciuto a quell'era.
Il film si è già rivelato già un totale insuccesso ai botteghini nordamericani. Negli Stati Uniti la pellicola è stata stroncata dalla critica, ha incassato appena 13,4 milioni di dollari nel fine settimana del Thanksgiving piazzandosi sesto nella classifica del box office.
In tre ore di pellicola il kolossal di Oliver Stone ha osato sostenere quanto gli storici da decenni danno per assodato: che Alessandro Magno (un Colin Farrell biondo) era bisessuale. Ma nella versione americana le immagini sull'argomento sono state censurate, su diktat della Warner Bros. Nell' America della destra cristiana che con successo il 2 novembre ha dichiarato guerra ai matrimoni gay, l'orientamento sessuale del condottiero in mini-toga è stato probabilmente troppo ostico da digerire. Dunque nessun bacio tra Farrell e la sua co-star Jared Leto (Efestone), mentre Alessandro e la moglie Rossane (Rosario Dawson) sono protagonisti di una scena d'amore che poco lascia all'immaginazione.
La trama del film ruota attorno alle vicende del giovane Alessandro Magno, divorato dal desiderio di gloria e avventura, parte dalla Macedonia per conquistare ed estendere il suo dominio fino ai territori oggi noti come Asia centrale, portando il suo esercito in zone dove fino ad allora mai nessun occidentale era arrivato. Portava dentro di sé il desiderio di guadagnare l'approvazione del padre Filippo, le difficoltà con l'ambiziosa moglie persiana Roxane e il sostegno della profonda amicizia con l'amico Efestione. Insieme al suo generale Tolomeo non è mai sconfitto in battaglia, cosa mai successa nella storia militare. Alessandro e i suoi uomini si spingono attraverso deserti, montagne, giungle misteriose, lottando con chiunque osi ostacolare il loro cammino.
La parola ai protagonisti
Oliver Stone: "Alessandro viveva in tempi più onesti. Se qualcuno si offende per la sua bisessualità deve tener conto che in quell'epoca di moralità pre-cristiana la sessualità era una cosa diversa. I ragazzi andavano con i ragazzi se e quando volevano. Fin dall'inizio ho suggerito che erano amanti. Non c'era bisogno di sbatterlo in faccia al pubblico".
Oliver Stone: ''Non dobbiamo giudicare Alessandro con gli occhi del ventesimo secolo, non era solo un grande condottiero. Lo muoveva l'idea di andare verso est ma non razziava le terre che aveva conquistato. Nella sua vita, ha avuto tre donne e dei ragazzi asiatici, spesso ha lasciato ai re orientali quello che aveva loro conquistato. Era un uomo con un grande sogno: credeva, cioè, che non ci fosse bisogno di confini. Non è certo come Bush che va in Iraq a prendere il petrolio. Non abbiamo proprio imparato nulla dalla storia''.
Oliver Stone: "Alessandro amava le donne, gli uomini, i transessuali. Era trisessuale, pansessuale. Era un esploratore all'esterno e all'interno, la sua era una bellezza di uomo aperto e vulnerabile".
Colin Farrel: ''E' stata un'esperienza incredibile, abbiamo lavorato in set straordinari come il deserto dove c'erano 1500 comparse. Le battaglie sono state molto dure e faticose, il fisico era il più coinvolto ma anche le emozioni. Le scene più difficili sono state, però, quelle drammatiche che abbiamo girato a Londra. Anch'io sono un sognatore, fin da bambino guardavo fuori dalla finestra e mi chiedevo dove sarei arrivato. I greci lo chiamano pathos, si può tradurre con desiderio o aspirazione. A me piace sognare ad occhi aperti dove, rispetto ai sogni notturni, hai la capacità di scegliere''.
Oliver Stone: "Questo film è la combinazione della mia fottutissima vita e me l'hanno ucciso. E' come se avessero attaccato il meglio di me. C'è tanta gente in America che non è andata al cinema a vederlo perché ha creduto alle recensioni. Si sono fermati davanti al fatto che hanno scritto che Alexander era gay. E' come se i critici avessero voluto fermarmi. A me piacciono i grandi film. Per questo il cinema asiatico in questo momento è il migliore, perché fa film grandi. Il cinema americano ha esaurito il suo corso".







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