I ticinesi hanno detto «No»


Respinti entrambi gli oggetti in votazione: il progetto del Nodo intermodale alla stazione di Locarno-Muralto con il 50,08%; l'iniziativa "Per cure sociosanitarie di qualità" con il 55,52% Governo soddisfatto a metà
Respinti entrambi gli oggetti in votazione: il progetto del Nodo intermodale alla stazione di Locarno-Muralto con il 50,08%; l'iniziativa "Per cure sociosanitarie di qualità" con il 55,52% Governo soddisfatto a metà
BELLINZONA - Urne chiuse. Hanno vinto i "no" a questa tornata elettorale. I ticinesi chiamati al voto in questa domenica 15 giugno si sono espressi respingendo le iniziative proposte. L'affluenza si è attestata circa al 31%.
Gli oggetti in votazione riguardavano lo stanziamento di un credito per la realizzazione del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto e l'iniziativa popolare "Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità".
Una manciata di voti sono bastati per bocciare il credito per la realizzazione del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto. Fino all'ultimo è stato un testa a testa: il progetto è stato respinto con il 50,08% dei voti. Tra i diversi risultati colpisce la decisione dei cittadini interessati in primis dalla modifica proposta, ossia Locarno e Muralto. Qui il progetto è stato affossato rispettivamente dal 52,59% e dal 61,48% dei votanti. La capitale ha sostenuto il progetto con il 55,06%, così come a Lugano ha vinto il "sì" con il 52,15%.

Secco "No" invece, per l'iniziativa Cure sociosanitarie e socioeducative, bocciata con il 55,52% dei voti da quasi tutti i comuni del cantone. Gli unici ad aver dato luce verde all'iniziativa sono stati gli abitanti di Cerentino (66,67%), Pollegio (66,10%), Capriasca (51,14%), Bedano (55,03%), Alto Malcantone (54,13%), Lema (51,80%), Pura (50,85%), Grancia (54,22%), Arogno (58,99%), Val Mara (50,89). Ad Avegno-Gordevio si è fermato al 50%.

«Delusione per il rifiuto dell'iniziativa» - A stretto giro, è arrivata la prima presa di posizione da parte di Raoul Ghisletta, primo firmatario dell'iniziativa "Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità". «L’iniziativa del sindacato VPOD Ticino - si legge nel comunicato - era nata a fine 2022, quindi dopo la pandemia, per dare una risposta concreta al disagio diffuso nel settore sociosanitario e nel settore socioeducativo, che sono confrontati sempre più a tagli finanziari da parte del Cantone. Si trattava di una legge quadro cantonale, elaborata grazie alla collaborazione del compianto avvocato John Noseda. Una legge composta da soli nove articoli, che sarebbe stata in grado di orientare le varie leggi in vigore nell’ambito sociosanitario e socioeducativo».
«Dopo la pandemia si è fatto pochissimo per i sanitari» - Malgrado «gli applausi e le promesse fatte al personale sociosanitario/socioeducativo durante la pandemia, le autorità federali e cantonali hanno fatto pochissimo per affrontare i problemi dello stress, del carico di lavoro, del burn out e dell’abbandono professionale precoce nel settore. L’iniziativa popolare avrebbe colmato questa lacuna nel nostro Cantone e nel contempo avrebbe rafforzato i diritti dei pazienti/utenti».
«Continueremo a batterci contro i tagli» - Dopo il risultato negativo odierno «i problemi rimangono sul tappeto in questo importante e delicato settore. Per questo vigileremo e ci batteremo affinché il Governo e il Parlamento non procedano a ulteriori tagli nel finanziamento del settore le autorità migliorino le condizioni del personale e dei pazienti/utenti con misure puntuali, come hanno indicato nel dibattito avvenuto sull’iniziativa popolare».
Governo soddisfatto a metà - Il Consiglio di Stato ha preso atto dei risultati della votazione cantonale odierna, manifestando soddisfazione per il respingimento dell'iniziativa sulle cure. «Questo risultato conferma la volontà della popolazione di non intraprendere una strada che avrebbe potuto compromettere l’autonomia gestionale delle strutture sociosanitarie e socioeducative e non solo». Per l'esecutivo, «l'approccio più efficace consiste nell’intervenire con azioni mirate nei singoli settori». Traspare amarezza, invece, per il respingimento del decreto legislativo che avrebbe permesso di realizzare il nuovo nodo intermodale del trasporto pubblico presso la stazione FFS di Locarno-Muralto. «Alla luce della decisione odierna della popolazione ticinese, occorrerà ora valutare come procedere: il Governo, come ampiamente chiarito nel corso della campagna di avvicinamento al voto, precisa tuttavia che non è pensabile individuare una nuova soluzione nel breve e medio termine».



























