Una mozione dell'UDC chiede più trasparenza nei controlli della velocità in Ticino.
BELLINZONA - Negli ultimi anni l'utilizzo dei radar ha sollevato un acceso dibattito tra cittadini, automobilisti e autorità. Tra i tanti casi, impossibile non citare quello recente del radar piazzato davanti a un'uscita d'emergenza della galleria del Monte Ceneri sull'A2, mentre tornando indietro nel tempo, aveva fatto scalpore (e appioppato una marea di multe) l'apparecchio messo - era il mese di settembre del 2019 - a pochi metri dal cartello che segna la fine del limite di 50 chilometri orari a Camorino.
Un dibattito in cui oggi si sono inseriti - con una mozione - anche quattro deputati dell'UDC: Alain Bühler (primo firmatario), Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici e Aline Prada. Se da un lato i controlli della velocità sono essenziali per garantire la sicurezza stradale e ridurre il numero di incidenti - scrivono in una lunga premessa - dall’altro emerge la crescente percezione che il loro utilizzo non sia sempre orientato alla prevenzione, bensì alla generazione di entrate finanziarie per il Cantone e i Comuni. I dati raccolti negli ultimi anni confermano questa tendenza: nel 2022, gli incassi derivanti dai radar hanno raggiunto i 13,37 milioni di franchi che crescono a 16.1 milioni a preventivo 2025».
Il tema non è nuovo neppure in campo politico. Il Consiglio di Stato ha infatti risposto a diverse interpellanze. «Il Governo - precisano i deputati - ha confermato che non vi sono obiettivi di incasso assegnati alla Polizia cantonale, ma non ha fornito risposte esaurienti rispetto alla trasparenza nella gestione degli incassi e alla loro destinazione. Inoltre, l’assenza di un obbligo di segnalazione preventiva dei radar fissi e mobili contribuisce a rafforzare l’idea che la funzione repressiva sia prioritaria rispetto alla funzione preventiva».
Insomma, per Bühler, Galeazzi, Giudici e Prada l'uso dei radar deve essere chiaramente finalizzato alla sicurezza dei cittadini e non a un incremento delle entrate per le casse cantonali e comunali. E con questa mozione viene richiesto al Consiglio di Stato di «introdurre misure che garantiscano maggiore trasparenza, prevenzione effettiva e un utilizzo più mirato ed equo dei controlli di velocità, affinché la fiducia dei cittadini verso le istituzioni venga preservata».
Nello specifico i quattro deputati danno incarico al Consiglio di Stato di «vincolare e garantire che almeno l'80% dei controlli avvenga in tratti stradali ritenuti critici per la sicurezza», come aree scolastiche, cantieri stradali e tratti in cui si riscontrano statisticamente numerosi incidenti.
Il Consiglio di Stato dovrà inoltre «fornire annualmente una lista aggiornata dei controlli radar effettuati sul territorio ticinese dalla Polizia Cantonale e dalle Polizie Comunali, giustificandone l’installazione, al fine di garantire trasparenza e una corretta informazione ai cittadini». Infine i Gran consiglieri UDC chiedono di predisporre «un rapporto annuale che valuti l’impatto reale dei controlli radar effettuati sulla riduzione degli incidenti e su un fattivo aumento della sicurezza stradale, confrontando i dati pre e post installazione, per garantire che i dispositivi siano realmente utili alla sicurezza stradale».