Uso del sangue ombelicale: «Facciamo chiarezza»

Un'interrogazione solleva interrogativi etici: «Il prelievo sul neonato non è innocuo»
BELLINZONA - L'11 settembre 2019 l’Ufficio federale per la sanità pubblica ha presentato una denuncia nei confronti di Cryo-Save SA di Plan-les-Ouates (Ginevra) e dei rispettivi responsabili presso la procura competente di Ginevra. Secondo alcuni indizi, l’azienda potrebbe aver violato la legge sui trapianti (inadempimento degli obblighi di notifica e di cooperazione). La Cryo-Save SA è una società anonima che si occupa della conservazione del sangue del cordone ombelicale, affidatole da numerosi genitori dietro cospicuo compenso di alcune migliaia di franchi. Per i genitori la speranza è che le cellule staminali possano, un giorno, servire al bambino per combattere un’ipotetica malattia.
La polemica - Un’attività, questa, presente anche in Ticino e che suscita interrogativi etici. «Gli esperti - sottolineano Gina La Mantia e Nicola Pini (in un'interrogazione congiunta e sottoscritta da diversi altri deputati) considerano infatti molto improbabile che i campioni di sangue e tessuto ombelicale depositati a caro prezzo nelle banche private e pensati per l’uso autologo, possano essere riutilizzati. Per questo motivo la conservazione in banche private è vietata in diversi paesi (ad esempio in Francia, Italia e Spagna) e viene sconsigliata da vari ospedali, enti pubblici, associazioni mediche e comitati etici»
In Svizzera, viene fatto notare nell'atto parlamentare, esistono tra l'altro già due banche pubbliche ufficiali per la conservazione del sangue e del tessuto del cordone ombelicale: sono negli ospedali universitari di Basilea e Ginevra. Queste banche da una parte raccolgono gratuitamente le donazioni di sangue ombelicale per metterlo a disposizione, secondo il principio della solidarietà generale, a chi ne ha bisogno. Dall’altra parte sono anche abilitate a conservare in forma non anonima le cellule compatibili del neonato di una famiglia dove determinate malattie sono già presenti.
Prelievo «non innocuo» - Viene infine sottolineato che il prelievo del sangue ombelicale, anche se non mette in pericolo la vita del neonato, non è innocuo. «Ricordiamo in primo luogo che il Centro trasfusionale per la donazione di sangue della Croce Rossa svizzera pone tra i criteri per la donazione l’età minima di 18 anni e il peso minimo di 50kg, e che la quantità di sangue prelevata corrisponde a 450 ml circa, ossia il 10% del volume di sangue totale - viene sottolineato nell'interrogazione -. Al neonato, invece, viene prelevato circa un 1 dl di sangue, ossia da 1/4 fino a 1/3 del suo volume sanguigno totale! Per fare ciò, il cordone ombelicale viene clampato e tagliato immediatamente, in modo da impedire il rapido fisiologico ritorno dalla placenta nel corpo del neonato. Si blocca in tale modo un apporto di ossigeno durante la delicata transizione verso la respirazione polmonare. Il sangue ombelicale contiene una cospicua riserva di ferro che protegge il neonato dall’anemia per 4-6 mesi, aumenta l’ematocrito e l’emoglobina. Senza parlare dei benefici che può trarre dalle proprie cellule staminali. Per tutti questi motivi l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di ritardare il taglio del cordone di almeno 1-3 minuti, questo in tutti i parti vaginali e cesarei, e soprattutto per i prematuri, a parte quando è richiesta la rianimazione. Molti esperti aggiungono che è meglio ancora attendere fino a quando il cordone cessa di pulsare».
Sulla base di queste considerazioni vengono quindi poste al Governo le seguenti domande:
- Cosa pensa in merito all’attività di conservazione di sangue e cordone ombelicale a pagamento? E del rischio al quale sono sottoposti i neonati?
- Non ritiene il Consiglio di Stato necessario informare compiutamente i futuri genitori, in modo oggettivo, scientifico ed esaustivo sui rischi del taglio immediato del cordone ombelicale e sulle opportunità del suo taglio ritardato secondo le raccomandazioni dell’OMS, come pure sulla tematica del deposito privato e della donazione di sangue ombelicale in banche pubbliche? Si pensa, ad esempio, a un opuscolo informativo che deve essere consegnato durante i corsi pre-parto negli ospedali e nelle cliniche.
- È a conoscenza di questo tipo di attività in Canton Ticino presso l’Ente ospedaliero cantonale, in altre strutture ospedaliere o cliniche? Vi sono collaborazioni con delle ditte private per la conservazione del sangue ombelicale? Se sì, quali? E, se del caso, non ritiene il Consiglio di Stato necessario andare a regolamentare la tematica?




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