«Macchinisti stranieri ubriachi, quali sono i controlli?»

Massimiliano Robbiani interroga il Governo sul tema dopo il caso verificatosi a Chiasso negli scorsi giorni
BELLINZONA - Il caso del macchinista ubriaco - fermato a Chiasso negli scorsi giorni ai comandi di un treno merci proveniente da oltre San Gottardo con un tasso alcolemico del 2.28 per mille - è al centro di un'interrogazione del deputato leghista Massimiliano Robbiani.
Secondo Robbiani, infatti, l'episodio non è isolato ed è anzi in continua crescita. «Negli ultimi anni - precisa - il numero di operatori di treni stranieri pizzicati in stato di ebrezza è aumentato in maniera importante nelle nazioni vicine alla Svizzera».
Poi il deputato porta esempi concreti: «Lo scorso aprile un Frecciarossa è stato soppresso perché i due macchinisti sono stati trovati in stato d'ebbrezza. A febbraio un altro macchinista è stato trovato ubriaco a Venezia. Un caso simile è stato registrato anche in Germania a gennaio». Poi Robbiani riporta il caso più clamoroso di un macchinista francese che nel 2017 è stato beccato alla guida «con il 3.34 per mille e con accanto un cartone di vino».
Elencati gli esempi, Robbiani pone le seguenti sei domande al Consiglio di Stato:
- Quanti treni stranieri possono transitare sulla rete ferroviaria svizzera e rispettivamente ticinese?
- Quanti sono i macchinisti e le tratte ferroviarie affittate a compagnie estere?
- Nel solo 2018 quanti sono stati i macchinisti controllati? Quanti di questi sono risultati ubriachi?
- Solo in Svizzera per i macchinisti vige la tolleranza zero (tasso alcolemico)? Se no, come sono le leggi in vigore nei Paesi confinanti?
- Quando e come avvengono i controlli, anche alcolemici, sui macchinisti?
- Questi controlli sono efficaci o andrebbero inaspriti?



