Il Consiglio di Stato ha pure deciso che Paolo Beltraminelli non dovrà effettuare «nessun passo indietro» nella direzione della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie
BELLINZONA - Le nuove rivelazioni sullo scottante caso Argo 1 hanno monopolizzato le discussioni della settimanale seduta del Governo ticinese tenutasi questa mattina.
Cantone accusatore privato - Il Consiglio di Stato, in conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline a partire dalle 12.30, ha iniziato sottolineando che il Cantone si presenterà come accusatore privato. «Come parte lesa potremo accedere agli atti penali e a informazioni che oggi non abbiamo», sottolinea il Presidente Manuele Bertoli.
«Nessun passo indietro» - In seguito l'Esecutivo ha sottolineato che non chiederà «nessun passo indietro» a Paolo Beltraminelli in merito alla richiesta del Partito socialista di lunedì. Il PS aveva infatti domandato al Consigliere di Stato di sospendersi dalla direzione della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie. Lo stesso Beltraminelli non intende chiedere che il proprio compito sia affidato a un altro membro di Governo.
Alcune lacune - Manuele Bertoli ha poi passato in rassegna le diverse criticità e gli elementi emersi sul caso, ammettendo che ci sono state delle lacune a livello procedurale e per quanto riguarda l'applicazione della legge sulle commesse pubbliche, mentre le autorizzazioni Lapis sono state date in maniera corretta.
Perizia esterna - Il Presidente del Governo spiega che verrà effettuata una perizia esterna, della quale è stato incaricato l'ex procuratore pubblico Marco Bertoli - «non è mio parente», specifica sorridendo il Consigliere di Stato -, per cercare di far luce su questioni quali l'offerta vantaggiosa di Argo 1, la conferma dell'agenzia di sicurezza dopo il periodo di prova, i controlli che venivano effettuati (e se questi erano davvero conosciuti in anticipo) e infine se il personale impiegato fosse diverso da quello autorizzato.
L'indagine della Magistratura - Ci sono poi questioni inerenti all'indagine della Magistratura, che il Governo non può affrontare «perché non ne abbiamo né i mezzi, né i poteri», continua Bertoli. «Le ipotesi di reati penali sono la truffa (sottrazione di denaro pubblico), la corruzione di funzionari, il riciclaggio di denaro, il lavoro nero e i reati fiscali quali la frode».
Ieri, ricordiamo, la commissione della gestione ha incaricato la sottocommissione della vigilanza - con il beneplacito dei quattro capigruppo dei partiti di Governo - di allestire un mandato per la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta.
Alla fine della conferenza stampa c'è stato tempo per alcune domande. Una di esse era diretta a Beltraminelli. «Ha già pensato alla sua ricandidatura per il 2019?». Secca la risposta del Direttore del DSS. «Assolutamente no, come credo neppure i miei colleghi». In seguito Beltraminelli ha chiarito il concetto di assumersi la responsabilità politica rispondendo alla domanda di un giornalista presente in sala. «Abbiamo fatto chiarezza e abbiamo trovato una soluzione stabile nel settore. Inoltre abbiamo ammesso che in alcuni casi c'è stata negligenza ma, fino a prova contraria, nessun caso di corruzione o altro».