Il ritiro era stato deciso inizialmente per «motivi di ordine pubblico». Inutili i numerosi ricorsi giunti fino al Tribunale federale
LUGANO / LOSANNA - Anche il Tribunale federale ha deciso di respingere il ricorso di A., un italiano possessore di permesso C che, con decisione del 6 novembre 2015, si era visto ritirare dalla Sezione della popolazione del DI il permesso di domicilio di cui disponeva per «motivi di ordine pubblico» (è stato arrestato in Italia il 3 marzo 2015 e dal luglio successivo era agli arresti domiciliari).
Il primo ricorso era stato respinto il 6 luglio 2016 dal Consiglio di Stato. All'epoca il Governo cantonale aveva innanzitutto accertato l'esistenza delle condizioni per dichiarare decaduto il permesso: A. era rimasto all'estero per oltre sei mesi per ragioni che non erano da ricondurre all'assolvimento di obblighi militari e senza richiedere il mantenimento del permesso di cui disponeva.
L'italiano, a quel punto, si è rivolto al Tribunale cantonale amministrativo che, con sentenza del 22 giugno 2017, ha respinto il ricorso per l'ennesima volta. Inutile dire che, giunto a questo punto, l'uomo abbia tentato l'ultima istanza, quella del Tribunale amministrativo, chiedendo l'annullamento di tutte le decisioni sin qui prese. Il 19 settembre (ma la decisione è stata pubblicata oggi) Il Tribunale federale ha deciso che «nella misura in cui è ammissibile, il ricorso è respinto». A., inoltre, è tenuto a pagare 2000 franchi di spese giudiziarie.