«Ora voglio riprendere in mano la mia vita»

Anche la nuova perizia psichiatrica propone una struttura chiusa per il quarantenne che sfondò il Pronto Soccorso di Lugano
LUGANO – «Un trattamento psichiatrico ambulatoriale è al momento insufficiente». Questa mattina si è riaperto con le valutazioni della nuova perizia psichiatrica, alle Criminali di Lugano, il processo nei confronti del quarantenne che il 13 giugno 2016 con l’auto sfondò il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civico di Lugano. Una perizia che in sostanza giunge alle medesime conclusioni di quella precedente: un trattamento è necessario, ma in una struttura chiusa. Un’opzione, questa, che l’imputato – difeso dall’avvocato Clarissa Indemini – dice di accettare: «Voglio riprendere in mano la mia vita dopo che sono scivolato» afferma davanti alla Corte presieduta dal giudice di Mauro Ermani. La perizia parla inoltre di scemata imputabilità di grado medio-grave.
La parola passa dunque alle parti.




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