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SEMENTINA"Vi racconto del portafortuna che ha sbloccato mio nipote"

14.08.15 - 07:05
Elvezia Belli, 75 anni, è la 'supernonna' tifosa dell'attaccante del Lugano Patrick Rossini. Storia di un rapporto davvero particolare
Foto Davide Rotondo
"Vi racconto del portafortuna che ha sbloccato mio nipote"
Elvezia Belli, 75 anni, è la 'supernonna' tifosa dell'attaccante del Lugano Patrick Rossini. Storia di un rapporto davvero particolare

 

SEMENTINA - Una perlina color acqua infilata in un filo sottile. È l'amuleto che Elvezia Belli, 75enne di Sementina, ha regalato qualche giorno fa a suo nipote, Patrick Rossini, attaccante del Lugano calcio. Un minuscolo oggetto per provare a combattere la sfortuna sotto porta che da qualche tempo perseguitava il calciatore. Il nipote mercoledì va a Berna e segna il gol che risolve la partita contro il forte Young Boys. Con un dettaglio curioso e singolare. "La palla - racconta nonna Elvezia -, prima di entrare in porta, gli è rimbalzata involontariamente sull'amuleto".

Esperta di calcio - Segreti e aneddoti di una tifosa particolare, balzata agli onori della cronaca proprio grazie alle dichiarazioni del nipote ai media dopo la partita di Berna. Nonna Elvezia, donna di chiare origini leventinesi, mastica calcio da quando aveva 20 anni. "Mio marito, Leandro Rossini, era un grande portiere". Con quei due nipoti, Patrick e il fratello Jonathan, difensore del Savona, la passione si è in seguito accesa sempre di più. "I miei nipoti li ho visti crescere. Li ho sempre seguiti. Quando Patrick giocava a Sciaffusa e a Zurigo prendevo il treno per andare a fare il tifo".

Legame forte - Affettuosamente li chiama Pat e John. A testimonianza di un legame solido, intenso. "Il secondo l'ho un po' perso di vista, perché vive in Italia, è lontano. Con Pat invece ci sentiamo e ci vediamo spesso. L'altra sera era venuto a trovarmi dopo l'allenamento, voleva farmi vedere la sua moto nuova. Era giù di corda, demoralizzato. D'altra parte sta anche attraversando un periodo particolare. È in attesa di una sentenza (quella sui presunti premi ai calciatori dello Sciaffusa) ed è preoccupato".

Valore affettivo - E così nonna Elvezia estrae dal cassetto quello strano braccialetto. "La pallina viene da un rosario. Risale ai tempi della mia prima comunione. Non ha valore economico, ma affettivo. Pat se l'è subito messo. E credo che non se lo toglierà più. Ho seguito la partita alla radio. Quando ho sentito che aveva segnato mi è venuto da ridere".

Cuore d'oro - Nonna Elvezia mostra le foto che la ritraggono col nipote. "Guardate, qui era piccolissimo e io lo tenevo in braccio", indica orgogliosa. E aggiunge: "Io Pat lo capisco al volo, quando è nervoso diventa un bastiancontrario, non riesce a nascondere le sue emozioni. Però ha un cuore d'oro. Da bambino lo chiamavo Madre Teresa di Calcutta, perché voleva sempre aiutare tutti e poi finiva nei guai. È una dote che gli è rimasta, lui è una persona generosa".

Sollievo - La 75enne tira un sospiro di sollievo. "Questo gol ci voleva proprio. Vedere mio nipote così tormentato mi faceva stare male. Io sono una delle sue principali tifose. Soffro quando lui e la sua squadra non vincono.Ora spero che si sia definitivamente sbloccato". Infine, la battuta. "Certo che Pat poteva starsene zitto. Ora tutti mi chiamano per farmi domande su questo portafortuna. Quando lo vedo, gli tiro le orecchie".

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