"Non resta che trattare per un piano sociale adeguato"

Sono ridotte al lumicino le speranze per i 68 operai del comparto produttivo della GE Consumer & Industrial SA di Riazzino
RIAZZINO - Le speranze sono ridotte ormai al lumicino. Il "miracolo" del 2006 non si ripeterà. A lasciare poche speranze ai 68 lavoratori del comparto produttivo della GE Consumer & Industrial SA di Riazzino sono le parole di Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell'economia, che ha annunciato un incontro, nei prossimi giorni, con i vertici dell'azienda di proprietà americana. L'azienda ha deciso di delocalizzare il comparto produttivo in Polonia. Ed ora ai sindacati non resta che trattare per il migliore dei piani sociali possibili.
Direttore Rizzi, la GE Consumer & Industrial SA ha intenzione di tagliare 68 posti di lavoro. Mi può dire qualcosa su questa azienda?
"L'azienda la conosciamo. Investe parecchio nell'innovazione e nell'ambito della ricerca e dello sviluppo. La notizia non ci sorprende, ma, naturalmente, non ci fa piacere. E' previsto a breve un nostro confronto con i vertici dell'azienda, già in trattativa con i sindacati, per valutare la situazione nel suo complesso e affrontare i vari temi che riguardano la relazione tra l'azienda e le istituzioni”.
L’azienda ha ricevuto dei contributi pubblici. Cosa farete? Cosa ha deciso l’azienda?
“Faremo una valutazione complessiva, insieme all'azienda, tenendo in considerazione il tempo trascorso, l'impegno profuso per la promozione delle attività di sviluppo nel territorio, e altri aspetti. Le attività a valor maggiore aggiunto dell’azienda resteranno sul territorio e questo è già di per sé un aspetto positivo, anche se non dobbiamo scordarci che verranno persi dei posti di lavoro occupati da persone”.
Ogni speranza è perduta? Non ci sarà la possibilità di salvare questi posti di lavoro?
“Dubito che ci saranno grandi sorprese. Si è avviata la procedura prevista nell'ambito del diritto del lavoro in caso di licenziamenti collettivi, in cui è previsto un iter seguito dall’autorità cantonali per assicurarne la correttezza. La decisione dei vertici aziendali sembra coerente con quanto avvenuto in passato: la concentrazione delle parti a basso valore aggiunto nei Paesi dell'est, in particolare in Polonia. E' auspicabile, nella trattativa con i sindacati, che si possa ridurre al minimo il numero di licenziamenti, impegnandosi al massimo per implementare un piano sociale adeguato e lavorare attivamente per trovare soluzioni individuali alle persone colpite da questa decisione”.
(p.d'a.)



