Cerca e trova immobili

CANTONEMismirigo: "Come reagiremmo sentendoci chiamare 'Svizzeri di merda'?"

21.02.14 - 15:00
Il delegato cantonale all'integrazione degli stranieri commenta l'odierna decisione del TF di considerare gli epiteti "porco straniero", "sporco asilante" e "asilante di merda", ingiuriosi ma non razzisti
keystone
Mismirigo: "Come reagiremmo sentendoci chiamare 'Svizzeri di merda'?"
Il delegato cantonale all'integrazione degli stranieri commenta l'odierna decisione del TF di considerare gli epiteti "porco straniero", "sporco asilante" e "asilante di merda", ingiuriosi ma non razzisti

LOSANNA - Sta facendo discutere la decisione del Tribunale federale di considerare gli epiteti "Sauausländer" ("porco straniero") e "Dreckasylant" ("sporco asilante", "asilante di merda") ingiuriosi ma non razzisti. "Non ci si esprime sul giudizio di una Corte suprema - precisa Francesco Mismirigo -. Guardando quanto riporta l'articolo 261bis del Codice penale svizzero (http://www.ekr.admin.ch/temi/i154.html) non si può che trovarsi d'accordo con quanto stabilito dal Tribunale Federale. Detto ciò, personalmente, posso dire di essere per altri versi perplesso".

Il delegato cantonale all'integrazione degli stranieri suggerisce di ragionare al contrario. "Che effetto ci fa sentirci chiamare "svizzero di merda"? Si tratta di un linguaggio non solo scurrile ma anche denigratorio". Mismirigo punta il dito contro i media: "Abbiamo permesso che si utilizzasse, si diffondesse e si veicolasse questo linguaggio attraverso radio e tv. È chiaro che alla lunga la gente si senta autorizzata a utilizzarlo. Eppure, fino a 20/30 anni fa, in televisione, ciò sarebbe stato impensabile".

Per il delegato all'integrazione stiamo sostanzialmente assistendo ad un livellamento verso il basso al quale in pochi si sono opposti. "Penso ancora alla televisione. Certi personaggi, proprio per l'utilizzo di un linguaggio scurrile, facevano audience. Ed ecco che li si invita perché si pensa che facciano ridere. È quindi un peccato dover constatare che darsi del "porco" o dello "sporco" possa essere considerato normale. Trovo inoltre che, nonostante la decisione della Corte, alla lunga la persona che si senta etichettare in quel modo, possa sentirsi insultata. E che frasi del genere possano fomentare della violenza oltre che far nascere stereotipi in grado di rendere difficile per uno straniero l'inserimento nella società".

Il pericolo per Mismirigo, in sostanza, sta nel rischio che questo linguaggio possa diventare "normale". "C'è una volgarizzazione che porta a gridare più forte, ad usare questi turpiloqui, per farsi sentire. E mi viene in mente un detto: "Troppa confidenza fa perdere la riverenza". Lasciamo che a dominare sia ancora il buon senso", conclude.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE