Chirurgia della mano: «Licenziato prima della consegna del rapporto, nessuna ritorsione»

Il Governo risponde all'interrogazione di Pronzini e Sergi puntualizzando che il licenziamento è avvenuto prima della stesura del rapporto e non dopo.
BELLINZONA - Non esiste alcuna condizione «estremamente preoccupante» riguardo alla chirurgia della mano presso l’Ospedale regionale di Lugano, né è stato effettuato un licenziamento per ritorsione. È questa la posizione chiara del Consiglio di Stato e dell’Ente ospedaliero cantonale in risposta all’interpellanza – poi trasformata in interrogazione – presentata dai deputati dell’Mps Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi in merito al caso dell’ex responsabile del servizio di chirurgia della mano dell’Ospedale regionale, autore di un documento indirizzato alla direzione dell’ospedale e dell’Eoc in cui denunciava numerosi gravi errori e danni ai pazienti.
«Il medico caposervizio di chirurgia della mano dell’Ospedale regionale di Lugano ha effettivamente allestito un documento in cui ha censito una serie di pretesi eventi avversi - ha voluto puntualizzare il Consiglio di Stato -. Definirlo "rapporto" appare però eccessivo, essendo composto da una singola pagina di 27 righe e un grafico», fa notare il Governo nella sua risposta.
«Il documento - va avanti la risposta anticipata oggi da La Regione - riportava la presenza di 503 eventi avversi su un totale di 147 pazienti considerati. Già una tale proporzione, più di tre eventi con danno per ogni paziente considerato, solleva importanti dubbi sulla comprensione, da parte del segnalante, del concetto stesso di evento avverso». La risposta ufficiale ricorda quindi la definizione di evento avverso: un episodio imprevisto che provoca un danno non intenzionale al paziente, legato all’assistenza sanitaria ricevuta e non alla sua patologia di base.
Due esempi esplicativi sono l’errore nella somministrazione di un farmaco o un ritardo nella diagnosi. Il Consiglio di Stato precisa che si devono distinguere da tali eventi quelli potenzialmente dannosi che però non causano conseguenze, così come le irregolarità procedurali prive di effetti clinici. «Attribuire sistematicamente più di tre eventi avversi con danno per ciascun paziente appare dunque non solo poco plausibile, ma anche strumentale e in contrasto con la letteratura clinica e i dati epidemiologici disponibili sul tema».
L’Eoc riferisce di aver comunque svolto delle verifiche riferite al periodo analizzato dal documento prodotto dall’ex caposervizio e non sono emersi casi di pazienti sottoposti a chirurgia della mano che possano essere classificati come evento avverso.
Sono state però rilevate nove segnalazioni riguardanti pazienti con trauma alla mano: sei per documentazione incoerente sulla lateralità, una per trattamento radiologico non giustificato secondo le norme federali sulla radioprotezione, una per preparazione inadeguata a un’indagine radiologica e una per preparazione non idonea da parte di una struttura esterna prima di un intervento chirurgico.
L’Eoc ha anche passato in rassegna i reclami ricevuti, individuandone cinque e confermando «l’esistenza di tre casi di responsabilità civile, di cui due ancora aperti e uno liquidato con un parziale risarcimento». Dall'analisi a campione su 277 cartelle cliniche di pazienti di chirurgia della mano, non sono emerse criticità né a livello organizzativo né sistemico.
Secondo il Consiglio di Stato, insomma «le affermazioni contenute nell’asserito rapporto non trovano riscontro né nella documentazione clinica, né nei canali istituzionali preposti dell’Eoc alla segnalazione e gestione di eventi avversi, reclami o casi di responsabilità medica». Inoltre «parte delle segnalazioni effettivamente emerse riguardano l’operato del medico estensore del documento oggetto dell’interrogazione».
Infine, Eoc e Consiglio di Stato precisano un dettaglio temporale rilevante: «La decisione di rescissione del contratto è avvenuta nel mese di febbraio 2024 e comunicata al rappresentante dell’interessato nel mese di marzo 2024, mentre la consegna del "rapporto" all’Eoc è avvenuta l’8 aprile 2024. Questa successione temporale – si sottolinea nella risposta – dimostra che l’allestimento del documento e i suoi contenuti non costituiscono il motivo del licenziamento».