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Meglio il porno che la vita reale, la storia di Davide

Dipendenza dalla pornografia. Un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani. Ecco a chi chiedere aiuto
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Meglio il porno che la vita reale, la storia di Davide
Dipendenza dalla pornografia. Un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani. Ecco a chi chiedere aiuto

LUGANO - È la storia di Davide (nome di fantasia), 27 anni, una vita apparentemente nella norma: amici, un impiego stabile, relazioni occasionali. Eppure, ogni qualvolta può, si rinchiude per ore davanti al computer per consumare contenuti pornografici. Un’abitudine che, con il tempo, si è trasformata in una dipendenza difficile da controllare. Davide, come molti altri, non riesce a smettere, astenersi dalla visione di video lo rende irritabile, ansioso, vulnerabile alla frustrazione. Allo stesso tempo, le relazioni reali si affievoliscono, l’interesse per una sessualità vissuta con persone in carne e ossa sembra svanire.

È la dipendenza da pornografia, una forma di dipendenza comportamentale che, pur non essendo ufficialmente categorizzata come disturbo a sé, è ampiamente riconosciuta dalla comunità clinica per i suoi effetti simili ad altre dipendenze. Perdita di controllo, sensazione di astinenza, tolleranza, sensi di colpa e danni alla vita sociale, affettiva e lavorativa sono i tratti comuni di questo comportamento compulsivo.

«Le persone che vivono questo disturbo - spiega il Servizio per le dipendenze Ingrado - passano ore ogni giorno a consumare materiale pornografico, per sfuggire all’ansia, alla noia o alla solitudine. A breve termine sembra portare sollievo, ma a lungo andare aumentano l’isolamento, la vergogna e le difficoltà relazionali. La sessualità vissuta con un altro diventa difficile, perché l’immaginario erotico si atrofizza e la dipendenza da contenuti sempre più estremi prende il sopravvento. Un circolo vizioso dal quale può essere difficile uscire senza aiuto.

È fondamentale affrontare il problema per tempo. Quando la dipendenza è lieve, la psicoterapia — in particolare quella cognitivo-comportamentale — può essere d’aiuto per ritrovare un rapporto più sano con la sessualità, con se stessi e con l’altro. Nei casi più gravi, può essere utile l’intervento di uno psichiatra, affiancato dalla partecipazione a gruppi di auto-aiuto, dove confrontarsi con persone che vivono la stessa situazione.

È importante non sottovalutare i campanelli d’allarme e ricorrere quanto prima a un supporto professionale per evitare danni a lungo termine. Per ottenere consulenza, anche in forma anonima e gratuita, è possibile contattare i consultori di Ingrado — Servizi per le dipendenze (www.ingrado.ch).

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