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Sono 60 i luoghi più a rischio del Ticino

Ben 44'000 persone abitano in zone edificabili esposte a pericoli naturali. Il geologo cantonale Andrea Pedrazzini: «Solo per l'1,4% l'insidia è davvero elevata».
Ti-Press (Pablo Gianinazzi)
Sono 60 i luoghi più a rischio del Ticino
Ben 44'000 persone abitano in zone edificabili esposte a pericoli naturali. Il geologo cantonale Andrea Pedrazzini: «Solo per l'1,4% l'insidia è davvero elevata».

BELLINZONA - Il 30% della superficie cantonale è potenzialmente toccata dai pericoli naturali. Circa il 20% delle zone edificabili è invece esposta ad almeno un pericolo naturale. «Sono 44.000 le persone che risiedono in una zona edificabile esposta a pericoli naturali conosciuti – spiega Andrea Pedrazzini, geologo cantonale –. Parliamo del 13% della popolazione ticinese».

Considerando quanto accaduto meno di un anno fa in Mesolcina e in Vallemaggia, e i cambiamenti climatici in corso, è un dato che fa impressione.
«Il grado di pericolo sulle nostre carte va da residuo a elevato. Diciamo che solo l’1,4% di queste superfici si trova in zone con un pericolo elevato. Mentre l’8,5% è esposta a un pericolo residuo». 

Quanti sono al momento i luoghi oggettivamente pericolanti?
«L’Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti si occupa del monitoraggio di circa 60 dissesti geologici. Di queste zone di franamento, 6 sono monitorate 24 ore su 24: Preonzo, Sasso Rosso, Lavinone, Cerentino, Biborgo-Pontirone, Val Canaria». 

Che succede se una di queste frane inizia a muoversi?
«Abbiamo dei piani di emergenza che prevedono diverse azioni. Riusciamo a raccogliere informazioni su spostamenti di terreno con precisione millimetrica. Disponiamo inoltre di stazioni di monitoraggio mobili che possono essere installate in caso di eventi particolari come per esempio nel caso del franamento di Brusino lo scorso mese di febbraio». 

Non tutto può essere previsto purtroppo.
«Già. Sono ben 300 le vittime legate ai pericoli naturali in Ticino negli ultimi 200 anni. Così come ammonta a 1,5 miliardi di franchi la cifra corrispondente ai danni causati dalla natura tra il 1978 e il 2024. La gestione dei pericoli naturali è un compito condiviso. Coi Comuni, coi Patriziati e coi Consorzi. Si basa sulla conoscenza, sulla prevenzione, sulla protezione là dove è possibile e anche sulla capacità di anticipare situazioni eccezionali per limitare i danni».

A livello di investimenti cosa fa il Cantone?
«Sono 15.000 le opere di prevenzione presenti sul territorio cantonale. E ogni anno il Cantone investe 30 milioni di franchi a favore di opere di protezione e progetti di cura del bosco, di sistemi di monitoraggio e di studi di base sui pericoli naturali».

È una Svizzera italiana sempre più fragile?
«Per la sua posizione geografica all’interno dell’arco alpino e per le caratteristiche morfologiche del territorio, il Ticino risulta soggetto a tutte le tipologie di pericoli naturali gravitativi. Dalle valanghe ai crolli di roccia, dalle frane di grosse dimensioni agli alluvionamenti, fino ai fenomeni di trasporto solido nei piccoli corsi d’acqua».

Fa riflettere quanto accaduto a Blatten, in Vallese. Ora dobbiamo preoccuparci anche di questo? 
«La differenza è che in Ticino le zone di permafrost sono limitate a pochi settori situati ad alta quota, e dunque discosti rispetto alle zone abitate. Eventi come quello di Blatten, con un crollo di grandi proporzioni su un ghiacciaio, sono quindi poco probabili a sud delle Alpi. È invece possibile che una frana possa ostruire una valle, formando così un lago o creando problemi di colate detritiche. Tuttavia, al momento non ci sono segnali concreti di questo tipo di fenomeni sul territorio cantonale».

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COMMENTI
 

lilla71 4 sett fa su tio
C’è una mappa consultabile online?

Lupo Alberto 4 sett fa su tio
Risposta a lilla71
https://www4.ti.ch/dt/da/sf/temi/pericoli-naturali/pericoli-naturali/piani-zone-di-pericolo-pzp/cartografia-online/

lilla71 4 sett fa su tio
Risposta a Lupo Alberto
Grazie 😊
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