"Gemma e le altre", disco poco conosciuto ma prezioso che esplora l'universo femminile. La cantante lo ha presentato sabato mattina al Lac
LUGANO - «Se l’autotune deve servire a cantare per chi è stonato, allora spero che un domani con l’intelligenza artificiale io possa ballare con le gambe di Carla Fracci”. È una delle perle di Rita Pavone venuta fuori sabato pomeriggio al Lac in occasione della presentazione al pubblico della ristampa di un album del 1989 dal titolo “Gemma e le altre”. Pubblicazione che è stata accompagnata da un libro dallo stesso titolo, in cui si racconta la genesi di quell’album poco conosciuto ma che rappresenta un diamante nella lunga carriera di Rita Pavone. L’incontro col pubblico è stato un’occasione per raccontare il dietro le quinte di quel disco, nonostante il moderatore – Jacky Marti – scalpitasse soprattutto per raccontare il personaggio Pavone: come biasimarlo, Rita ha una storia talmente infinita che diventa inevitabile non restare travolti dal vortice di aneddoti, racconti, incontri, curiosità lungo i 63 anni di carriera.
Ma torniamo a quel “Gemma e le altre”. Un album di 36 anni fa che non conosce l’ingiuria del tempo. Un disco che non arrivò inaspettato. A metà degli anni ottanta Rita iniziò a sentire l’esigenza di scrivere il suo mondo. Erano lontani i tempi delle partite di pallone, dei geghegè, dei martelli in testa. Era diventata una donna adulta e aveva esigenze musicali diverse rispetto agli anni sessanta. Un assaggio si era avuto qualche anno prima con “Dimensione donna”, ma è con “Gemma e le altre” che questo nuovo percorso cantautorale arriva a maturazione. Il risultato è un album di dieci brani scritti da Rita per quanto riguarda i testi, e da una giovane cantautrice italoamericana, Laura Trent Carolain, per la parte musicale. Dieci storie che ruotano attorno all’universo femminile dell’amore, in tutte le sue sfumature, anche quelle più particolari, come l’amore omosessuale. Non era così scontato – stiamo parlando del 1989 – raccontare musicalmente l’amore omosessuale fra due donne. “L’idea – ha spiegato - nacque dopo aver visto il film ‘Quelle due’ di William Wyler con Audrey Hepburn e Shirley MacLaine. Una storia sentimentale tra due donne, che si conclude tragicamente. Il fatto che due persone dello stesso sesso non possano amarsi e una delle due debba arrivare ad uccidersi mi ha fatto piangere”. Lacrime che hanno generato appunto “Gemma”, il brano più intenso dell’intero album. Ma tutto l’album è un insieme di racconti che offre uno spaccato di diverse esperienze femminili, di donne tradite, deluse, ma anche caparbie e guerriere, insomma di “Donne ferme e di donne che camminano”.
È passato sotto silenzio quel disco del 1989. Non avrebbe dovuto. Rita ebbe parecchie difficoltà a promuoverlo. Le ospitate nei salotti televisivi della Rai non furono molte. Le case discografiche, si sa, non hanno mai saputo andare oltre e puntare su un prodotto innovativo e audace come poteva essere “Gemma e le altre”, tanto che la Pavone decise di prodursi il disco da sola. in Lp, in Cd e con un libro. La scarsa diffusione promozionale radiofonica e televisiva impedì al disco di restare nella storia, ma non hanno ucciso il valore dell’opera che ora risorge grazie a questa pubblicazione di nuovo in Lp, in Cd e con un libro. La rinascita di questo disco dimostra come le storie raccontate possano continuare a parlare alle nuove generazioni, confermando che Rita – in quel 1989 – ci aveva visto giusto.