Casetta abusiva: Municipio con le mani legate secondo il sindaco Francesco Moghini. «Ma ci prenderemo a cuore la causa», sostiene.
COMANO - I ragazzini della casetta di Comano vanno a sbattere contro il muro della burocrazia. E contro un linguaggio tecnico complicato e difficile da comprendere. La struttura in cui passano il loro tempo libero è "fuori legge". Lo ribadisce il sindaco Francesco Moghini, recatosi sul posto, davanti alle telecamere di tio.ch. «Questo è un bosco – sostiene –. E anche se si tagliano tutte le piante da mappale resterà bosco».
L'episodio scatenante – Il caso è finito anche sulle scrivanie del Dipartimento del territorio. Ed è scoppiato qualche settimana fa col crollo di una pianta marcia sulla strada e sul giardino di una residenza accanto. È così che le autorità hanno scoperto l'esistenza di quella casetta, con pollaio annesso, su un suolo privato condiviso da sei proprietari. Per la legge quella struttura è abusiva. Non potrebbe sorgere lì. Nemmeno con una domanda di costruzione retroattiva.
Di piante ne resteranno pochissime – «Ogni Comune ha un piano regolatore – spiega il sindaco – che definisce le diverse tipologie di territorio. Questo mappale è classificato come bosco». L'ufficio forestale cantonale, dopo il crollo della pianta marcia, ha ordinato ai proprietari del terreno il taglio di altri alberi pericolanti. Di piante ne resteranno ben poche. Come è possibile chiamare bosco un posto in cui non ci sono praticamente alberi?
«Non abbiamo margini di manovra» – E perché il Comune a questo punto non trasforma, a livello di mappale, il terreno da bosco a prato, come espressamente richiesto dai sei proprietari con una lettera? «A fare stato è l'accertamento dell'ufficio forestale – replica il sindaco –. L'ultimo risale al 2016. Il Comune non può assumersi l'arbitrio di trasformare una destinazione da bosco a qualcosa d'altro. Il bosco sottostà a una legge federale. Non abbiamo margini di manovra».
Interesse pubblico – I margini ci sono quando subentra un interesse pubblico. Possibile che i bei momenti di aggregazione nella natura promossi dai ragazzi in questione non rappresentino un interesse pubblico valido per cambiare la destinazione del terreno?
L'interpretazione – «L'interesse pubblico – precisa Moghini – viene interpretato in modo un po' diverso. C'è ad esempio in un bosco in cui si deve costruire una strada provvisoria. Si tratta di casi estremamente rari».
E adesso? – Che succederà a questo punto? Il sindaco assicura: «Il Municipio prenderà a cuore la situazione di questi ragazzi. Penso anche gli amici dell'ufficio forestale. Se i ragazzi dovessero costruire una capanna nel bosco con del materiale trovato nello stesso bosco saremo sicuramente comprensivi».
La flessibilità che manca – I dubbi restano. Anche perché non sono pochi i cittadini confrontati con situazioni simili. Possibile che né la Confederazione né il Cantone non possano fare nulla per consentire ai funzionari di essere un po' più flessibili in circostanze particolari? «Bisognerebbe chiederlo a chi si occupa di fare le regole», sorride il sindaco.
«Siamo rappresentanti dell'istituzione» – E poi conclude: «Permettere di realizzare delle costruzioni in un bosco rappresenterebbe una disparità di trattamento rispetto a chi invece per costruire deve acquistare un terreno edificabile pagandolo sicuramente di più. Se possiamo andare incontro ai ragazzi lo faremo. Però siamo rappresentanti dell'istituzione. E dobbiamo anche attenerci alle normative vigenti».