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«Quell’acqua ha fatto vibrare i nostri cuori»

BALERNA / COSTA D’AVORIO«Quell’acqua ha fatto vibrare i nostri cuori»

14.12.22 - 06:30
Sono stati accolti con canti e riti di un intero villaggio i ticinesi che hanno realizzato l’impianto idrico di Ouatti
Ti-Press / Francesca Agosta
Distribuzione settimanale dell'acqua da parte di un camion cisterna comunale alle donne che si presentano sul ciglio della strada nel villaggio di Prikro.
Distribuzione settimanale dell'acqua da parte di un camion cisterna comunale alle donne che si presentano sul ciglio della strada nel villaggio di Prikro.
«Quell’acqua ha fatto vibrare i nostri cuori»
Sono stati accolti con canti e riti di un intero villaggio i ticinesi che hanno realizzato l’impianto idrico di Ouatti

COSTA D'AVORIO - Una pompa a pedale per sollevare l’acqua di falda situata solitamente a meno 80 metri. Le ragazzine danzano sopra ai pedali cantando ogni canzone, e a ogni colpo ecco che esce un po’ di acqua. Forse un litro al minuto. Pochissimo se ottocento persone dipendono da quella stazione di pompaggio. Gravissimo se la pompa a pedale, sollecitata giorno e notte, d’un tratto si rompe. Benvenuti in Costa d’Avorio. Nel villaggio di Ouatti. C’è un po’ di Ticino in quelle strade. Qui opera infatti l’Associazione Acqua e Miele, con sede a Balerna, fondata da Egidio Cescato.

Tipress - Francesca Agosta Vita quotidiana. Distribuzione settimanale dell'acqua da parte di un camion cisterna comunale alle donne che si presentano sul ciglio della strada nel villaggio di Prikro.

Nel 2004 Cescato  ha ritenuto saggio e opportuno riparare alcune cisterne che erano cadute in rovina. È iniziata così l’attività di Acqua e Miele in campo idrico, inizialmente riparando e costruendo nuove cisterne per privati, in seguito realizzando grosse strutture da collocare a ridosso di edifici pubblici come chiese, moschee, scuole, municipi e ospedali. «Si tratta di acqua a disposizione di tutti senza distinzione di appartenenza politica, etnica o religiosa» ci racconta. Per la realizzazione delle opere vengono coinvolte le autorità locali con le quali si firma un accordo. «I beneficiari eseguono gratuitamente lo scavo a mano, si tratta di un’attività comunitaria che aiuta a rinsaldare i rapporti fra persone appartenenti allo stesso luogo mentre Acqua e Miele fornisce sabbia, ghiaia, cemento, ferro da costruzione, grondaie, tubi di raccordo e di canalizzazione, pompe manuali per l’estrazione dell’acqua dal serbatoio e ultimamente anche dispositivi per la potabilizzazione della sola acqua destinata al consumo umano».

Si tratta di merce costosissima che queste persone non potrebbe permettersi in quanto si sta assistendo a un impoverimento generalizzato della popolazione rurale confrontata con sempre maggiori siccità e a un considerevole aumento demografico.

Ti-Press / Francesca AgostaVisita al villaggio e al cantiere della cisterna per la raccolta d'acqua piovana. Nella foto Egidio Cescato riceve la massima riconoscenza da parte del villaggio per l'opera realizzata con AeM ed il sostegno dell'ambasciata svizzera in Costa d'Avorio

Camminando per le strade polverose delle campagne ivoriane si possono vedere facilmente file di donne che camminano sotto il sole all’ombra di carichi immani portati sulla testa. «È lì che avverti la precarietà del vivere di quelle persone, in quanto quei carichi sono costituiti da secchi d’acqua». 

Una delle ultime realizzazioni create dall’Associazione Acqua e Miele è la cisterna del villaggio di Ouatti. Misura oltre 10 metri di diametro su 4,5 di profondità, la sua capacità è di oltre 300'000 litri. È costata 20'000 franchi. Egidio Cescato racconta così quel giorno: «L’inaugurazione di questo impianto idrico ha fatto vibrare i cuori dei delegati della nostra ONG accolti a sorpresa da tutta la popolazione del villaggio durante un pomeriggio di festa ricco di rituali profondi e toccanti e di pubblici ringraziamenti. Una testimonianza toccante e indimenticabile. La conferma di quanto sia importante aiutare le persone delle campagne a rimanere nei loro luoghi senza intraprendere le strade costose e pericolosissime delle migrazioni verso le città e verso l’Europa».

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