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CANTONECorsa all'euro con il cambio alla pari

17.03.22 - 20:00
I frontalieri, ma anche parecchi ticinesi, negli scorsi giorni hanno preso d'assalto gli uffici cambio.
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Corsa all'euro con il cambio alla pari
I frontalieri, ma anche parecchi ticinesi, negli scorsi giorni hanno preso d'assalto gli uffici cambio.
«La richiesta di euro è stata fortissima», conferma Francesco Ardemagni, proprietario di tre uffici cambio nel Mendrisiotto. Ora il franco si è leggermente deprezzato, ma l'incertezza rimane.

MENDRISIO - Il conflitto in Ucraina ha rafforzato il franco svizzero, che nei giorni scorsi veniva scambiato addirittura 1 a 1 con l’euro. Non accadeva dall’inizio del 2015, quando la nostra valuta toccò per un breve tempo questi livello a seguito dell’abbandono della soglia di cambio di 1,20 da parte della Banca nazionale. Il motivo è da ricondurre agli investitori che, impauriti dall’escalation di violenza nell’est Europa, hanno deciso di correre ai ripari acquistando la moneta elvetica, tradizionalmente un bene rifugio. 

A beneficiare dell’apprezzamento del franco ci sono stati i numerosi frontalieri che già normalmente convertono il salario in euro e che da un giorno all’altro si sono trovati di fronte alla possibilità di ottenere più euro con la stessa quantità di franchi. Ma anche parecchi ticinesi, che hanno deciso di "fare scorta" di valuta europea in vista delle vacanze estive o per fare acquisti in Italia.

«La richiesta di euro negli scorsi giorni è stata fortissima», conferma il Ceo di Ardelive Francesco Ardemagni, proprietario di tre uffici cambio nel Mendrisiotto. La maggior parte dei clienti che si sono presentati agli sportelli erano frontalieri. I quali, visto il tasso di cambio «pazzesco», oltre a convertire il proprio stipendio hanno deciso di aggiungere anche qualche risparmio. Il richiamo dell’euro a un prezzo molto basso ha portato però un aumento anche dell’affluenza indigena. «Del 15-20%», illustra Ardemagni.

In un recente passato nei suoi uffici era possibile scambiare anche i rubli russi e la grivna ucraina. Ora non più. «Appena è iniziato il conflitto abbiamo ricevuto il veto da parte dei nostri fornitori di trattare queste due valute, dunque al momento non sono commerciabili», spiega il nostro interlocutore. In generale, per tutte le valute al di fuori delle principali (franchi, euro, sterline inglesi e dollari statunitensi) i movimenti sono comunque assolutamente marginali: «È un servizio che forniamo solo su richiesta a chi vuole avere qualche spicciolo in contante durante i soggiorni all’estero, nulla di più».

Tornando alle monete a noi più vicine, la situazione ora dovrebbe tornare alla normalità, visto che nel frattempo il franco si è leggermente deprezzato - oggi veniva scambiato a 0,96 euro -. Ma il condizionale è d’obbligo perché, come per il conflitto in Ucraina, anche nel mercato delle valute regna l’incertezza.

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