Carico massimo, 12 tonnellate nelle campagne della zona di Giubiasco. Lo sfogo dell'imprenditore Flavio Tamagni.
«Le strade sono piene di buche – sostiene –. Bisognerebbe metterle a posto e cambiare le regole». Il problema è noto alla Fondazione Parco del Piano di Magadino: «Ci si sta muovendo».
GIUBIASCO - «Il limite delle 12 tonnellate? Lo rispetto solo io e pochi altri». Flavio Tamagni è un imprenditore di Giubiasco che si occupa di legna. Un tipo rustico che ha deciso di denunciare pubblicamente una situazione, a suo dire, incresciosa che andrebbe avanti da alcuni anni tra le strade di campagna. «Strade piene di buchi. Le autorità dovrebbero rifare il manto stradale e magari rivedere verso l'alto il limite di peso massimo. Perché così non ha davvero senso».
«Alcuni se ne fregano» – Non ne può più Tamagni, che confessa di avere avuto discussioni con più di un agricoltore o un camionista. «Il grosso problema è anche rappresentato dai trattori. E poi noto problemi anche coi permessi speciali. Io sono uno che fa un viaggio in più pur di rispettare le regole. Altri, soprattutto quelli che vengono da lontano, se ne fregano. E cosa posso fare io? Non posso certo mettermi a litigare con tutti». Tamagni si fa portavoce di un malessere diffuso nella regione. «Chiedo più prevenzione. E anche più equilibrio».
«Riceviamo segnalazioni in merito ai grossi camion» – Quella del traffico pesante e del traffico parassitario è una situazione nota alla Fondazione Parco del Piano di Magadino. Il direttore Giovanni Antognini non può che confermarlo: «Di segnalazioni ne riceviamo. In particolare in merito ai grossi camion. Non è una questione così semplice da affrontare. Posso solo dire che la sensibilità sul tema da parte dei Comuni è enorme. Solo che i fattori in gioco sono molteplici. Si è creato un gruppo di lavoro, di cui fanno parte anche il Cantone, l'Unione dei contadini ticinesi e le polizie locali, per cercare di migliorare le condizioni generali».
«C'è la volontà di migliorare le cose» – Ma non si tratta di un tema facile. Anche perché il Piano di Magadino non è "racchiuso" in un unico Comune. Al contrario è suddiviso a comparti. Questo non fa che aumentare la complessità della matassa. Ci sono più interlocutori da mettere d'accordo. E di carne al fuoco già ce n'è parecchia. «Pensiamo solo alla discussione infinita in merito al collegamento autostradale verso il Locarnese e ai tanti altri progetti che ci sono in ballo. Noi abbiamo poca voce in capitolo. Però posso confermare che la volontà di migliorare le cose c'è, eccome. Il tema del traffico sul Piano sarà anche argomento di un nostro prossimo studio».