Test gratuiti addio: «Se si va avanti così il locale notturno andrà a sparire»

Vede nero Gianni Morici, gestore dei disco-bar Chupito e 6500, che pensa di trasformare la sua attività.
«Quando abbiamo aperto a luglio il 90% di chi arrivava non aveva il Certificato Covid».
BELLINZONA - Da ottobre test rapidi a pagamento. È quanto annunciato dalla Confederazione mercoledì scorso in conferenza stampa. E mentre per la decisione definitiva dovremo aspettare il 25 agosto, dopo la consultazione, chi gestisce attività per le quali è necessario un certificato Covid inizia a preoccuparsi. Tra di loro anche Gianni Morici, titolare dei locali bellinzonesi Chupito e 6500, che ha detto la sua ai microfoni di Radio Ticino.
Aperture poco promettenti - «Ci preoccupa come stanno andando adesso le cose. A luglio abbiamo aperto due weekend e la gente arrivava, e anche numerosa. Ma l’80-90% non poteva entrare, perché non aveva il Certificato Covid», spiega Morici. «Sarà sempre più difficile», aggiunge poi riguardo al fatto che presto gli asintomatici potrebbero dover pagare di tasca loro i test, rendendo, per i non vaccinati, una potenziale serata in discoteca decisamente più costosa.
«Sul filo del rasoio» - E Morici già pensa a un possibile cambio di rotta: «Ho pensato di fare un grottino, mettendo giù salami e prosciutti al posto di giradischi e consolle. Puntare sugli aperitivi, perché se si avanti così il locale notturno va un po' a sparire. Con i costi che dobbiamo sostenere, e che purtroppo durante la chiusura ci hanno castigato, sarà complicato». Anche perché, conclude, «i nostri locali non sono enormi, e siamo già sul filo del rasoio».




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