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Ma quindi si può andare in Lombardia?

Da domani la regione di confine torna "gialla". Vademecum per i ticinesi che vogliono varcare il confine
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Ma quindi si può andare in Lombardia?
Da domani la regione di confine torna "gialla". Vademecum per i ticinesi che vogliono varcare il confine
Tampone necessario per chi varca il confine senza motivi «urgenti». E tra questi non rientra la spesa nei supermercati di Como e Varese
BELLINZONA - Il grande giorno è arrivato. Da domani la Lombardia torna "zona gialla" dopo quasi un mese: buone notizie per gli appassionati della spesa oltre confine, per chi ha famigliari o fidanzati da visitare. Ma è davvero tutto gia...

BELLINZONA - Il grande giorno è arrivato. Da domani la Lombardia torna "zona gialla" dopo quasi un mese: buone notizie per gli appassionati della spesa oltre confine, per chi ha famigliari o fidanzati da visitare. Ma è davvero tutto giallo quel che luccica? O in realtà la vicina regione è ancora "rossa" per i ticinesi?

La questione non è chiarissima, a dire il vero. Le direttive di Roma prevedono che, dopo 14 giorni con bassi livelli di contagi, una regione possa "cambiare colore": la Lombardia - con una settimana di ritardo, per via di un discusso errore nella trasmissione dei dati - da lunedì entra a far parte dell'Italia a basso rischio (praticamente tutta ad eccezione di Sicilia, Puglia, Sardegna, Umbria e provincia di Bolzano). 

Nella zona gialla - in base al decreto del governo italiano entrato in vigore il 17 gennaio - i residenti si possono muovere liberamente, senza limiti tra comuni e senza autocertificazione. Rimane in vigore il coprifuoco tra le 22.00 e le 5.00, e il divieto di spostamento verso altre regioni (anche dello stesso colore).

Quindi? Per i ticinesi che vogliono varcare il confine, cosa cambia? La differenza sta nelle motivazioni dello spostamento. Se fino a oggi (compreso) era consentito entrare dall'estero in Lombardia solo per «comprovata necessità» o per motivi lavorativi, da domani questo limite viene a cadere. Resta invece l'obbligo di essere risultati negativi a un tampone (anche rapido) effettuato nelle 48 ore precedenti.

Tampone necessario, dunque? Non sempre. Il test si può evitare se il soggiorno in Italia non supera le 120 ore ed è dovuto a comprovate esigenze di lavoro, salute o «urgenza» (maggiori info sul sito del Ministero degli Esteri italiano www.viaggiaresicuri.it). Anche il transito - quindi con punto d'ingresso e d'uscita diversi - è consentito per una durata massima di 36 ore, senza tampone.    

Attenzione però: nel concetto di «urgenza» non rientra la spesa nei supermercati. O almeno, non secondo la Polizia italiana, che a inizio mese (durante la "parentesi gialla" in Lombardia prima dell'Epifania) ha multato alcuni ticinesi recatisi appunto oltre confine per riempire il carrello (ne avevamo parlato qui e qui). Il tampone resta necessario, in questi casi, per mettersi al riparo da sanzioni che arrivano fino a 390 euro. Alla lista della spesa, insomma, bisogna aggiungere il costo del test (da 70 franchi). E valutare se ne vale ancora la pena.  

 

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