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CANTONEIl fascino dell'usato conquista un giovane su due

23.11.20 - 06:00
Non solo risparmio: oggi i capi di abbigliamento usati si acquistano per combattere gli sprechi e inquinamento
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Il fascino dell'usato conquista un giovane su due
Non solo risparmio: oggi i capi di abbigliamento usati si acquistano per combattere gli sprechi e inquinamento

LUGANO - La moda di seconda mano spopola. Sembra essere questa la tendenza grazie ai giovanissimi consumatori che acquistano second hand e vintage molto più di qualsiasi altra generazione precedente.

Qualità concorrenziale - L’acquisto di abiti di seconda mano ha preso piede da diverso tempo, ma negli ultimi anni si è affermato tanto da sembrare il vero futuro del “fashion retail”. Acquistare usato non è però solo un modo per risparmiare qualche soldo, ma è la risposta alla calante necessità di comprare abiti nuovi.

Se una volta second hand significava vestiti vecchi o di bassa qualità, oggi è il contrario e Gregori Brankovic, proprietario di BEC Vintage&Sartoria a Lugano, ne è convinto: «È una credenza molto radicata in Ticino, ma non è più così: l’usato è un valore aggiunto. È meglio comprare di seconda mano perché il capo acquistato è spesso in perfette condizioni, poiché il tessuto è ottimo, mentre il mercato del “fast fashion” non garantisce le stesse proprietà. Paghi di meno, la qualità è migliore e hai un pezzo unico».

 L’arte del riciclo - Per non sprecare nulla, nemmeno denaro, Giamila Togni dell’Associazione MeTeOra organizza due volte all’anno uno scambio di abiti usati: «Ci arrivano anche indumenti firmati, con nostra grande sorpresa. In Ticino tante signore benestanti portano i loro capi. Tendenzialmente, però, arriva di tutto: dalle grandi marche al guardaroba del “fast fashion”. Diversamente da quel che si crede, anche gli abiti usati vengono felicemente scambiati per dare loro una nuova vita nelle mani di qualcuno che li apprezza davvero».

Una nuova occasione per tanti vestiti che finirebbero nella pattumiera o sul fondo dei nostri armadi. Pure Gregori punta sul riciclo, «anche il cliente deve fare la sua parte: i capi vengono riutilizzati e rivenduti, ma poi sta a chi li acquista tenerli bene. Tutto sembra essere “usa e getta”, ma nel vintage gli abiti bisogna sceglierli con cura in quanto hanno già fatto la loro storia, e ne faranno un’altra con il nuovo proprietario».

Nuovi consumatori - I giovani di oggi si sono adattati al second hand, molto più di qualsiasi altra generazione. In particolare nel 2019 il 40% della “Gen-Z” (fino a 25 anni) ha acquistato abiti di seconda mano. Quasi un ragazzo su due decide di comprare usato e lo fa, soprattutto, attraverso piattaforme, social e siti web dedicati. Depop, Shpock, Etsy, Asos Marketplace, ma anche Facebook Marketplace, Amazon Fashion e perfino Instagram sono i luoghi virtuali preferiti dei giovani dove poter trovare e acquistare vintage e second hand.

Le piattaforme di vendita di abiti usati sono diventate un vero e proprio punto di riferimento per i consumatori di questa generazione più attenta alla sostenibilità ambientale dell’industria della moda, la seconda più inquinante al mondo dopo quella petrolifera. «Dobbiamo prendere coscienza del nostro sperperare, del nostro comprare in eccesso», dichiara Giamila Togni, «e se acquistiamo usato, ma comunque più del necessario, si ritorna in un circolo vizioso».

Un mercato che supererà i 60 miliardi di franchi
Secondo una recente indagine del colosso californiano “ThredUp”, entro il 2024 il valore del mercato del second hand dovrebbe superare i 60 miliardi di franchi a livello globale. È emerso che nel passato i consumatori si vergognavano ad acquistare abiti di seconda mano, ma ora tutto è cambiato. Quando comprano un capo d’abbigliamento usato, i clienti sono felici, mentre quando acquistano abiti dell’industria del “fast fashion”, lo considerano una colpa simile a quella di mangiare cibo spazzatura. Sono soprattutto i ragazzi della Generazione Z (fino a 25 anni) che vestono orgogliosamente second hand e vintage, una tendenza che lascia intendere l’occhio attento dei giovani sulla insostenibilità dell’inquinante mercato della moda e sulla necessità di muoversi a favore dell’ambiente anche in questo campo. Se continuerà, si stima che nel 2029 il mercato del second hand diverrà il secondo più grande al mondo dopo quello degli outlet.

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