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Wc e fontane chiuse, la politica dei bisogni tarpati

BELLINZONAWc e fontane chiuse, la politica dei bisogni tarpati

21.04.20 - 14:15
Due consiglieri comunali dei Verdi criticano la chiusura dei bagni pubblici decisa dal Municipio
Tipress
Wc e fontane chiuse, la politica dei bisogni tarpati
Due consiglieri comunali dei Verdi criticano la chiusura dei bagni pubblici decisa dal Municipio
L'emergenza Covid, dicono, non giustificherebbe il provvedimento. Anzi, aggiungono, proprio in questi giorni lavarsi le mani è una delle misure più importanti per proteggersi dal virus

BELLINZONA - Lavatevi le mani, insiste da oltre un mese l’Ufficio federale della sanità pubblica. Non è un invito pilatesco a fregarsene, ma piuttosto la misura principe per contrastare il Covid 19. Ora nella capitale del cantone più pandemico questa semplice operazione di igiene personale è diventata quasi impossibile per chi si trova per strada. Le fontane pubbliche sono infatti state chiuse dal Municipio.

Contro questa, e anche contro la parallela decisione di chiudere i bagni pubblici, solleva perplessità e domande un’interrogazione appena presentata da Ronnie David e Marco Noi, consiglieri comunali dei Verdi. La chiusura dei wc, secondo i due, non è meno sorprendente di quella degli zampilli, visto che «la gente normalmente in bagno ci va da sola, non si può certo invocare il rispetto delle distanze sociali quale elemento per la chiusura dei bagni pubblici».

In una capitale privata dei suoi vespasiani anche i bisogni primari diventerebbero così difficilmente espletabili. «Siccome per la stessa emergenza Covid19 sono chiusi pure i ritrovi pubblici, chi deve recarsi in bagno e non può andare a casa o in sede (postini, taxisti, impiegati comunali, eccetera) cosa può fare se non urinare in una bottiglia – pratica adottata da molti autisti che allo scopo si portano da casa una bottiglia di PET - o in un cespuglio?».

«E dove se le dovrebbero lavare le mani se anche le fontane sono rimaste chiuse per circa un mese dall'inizio dell'emergenza?» chiedono David e Noi. Per i due consiglieri è singolare che «proprio l’autorità comunale che dovrebbe essere in prima linea per combattere il diffondersi del virus, impedisca a chi deve lavorare anche in tempo di Covid 19 di proteggersi - e proteggere gli altri – in maniera ottimale impedendo a chi ne ha bisogno l'accesso ai bagni pubblici che, se del caso, possono essere disinfettati una o più volte al giorno». Operazione fanno notare, «molto più semplice e igienicamente efficace che obbligare chi non può fare altrimenti a urinare nei cespugli, senza poi potersi lavare le mani». Cespugli che, aggiungiamo noi, a Bellinzona non sembrano così a portata di mano.

Seguono le classiche domande di rito rivolte all’autorità municipale:

Per quale motivo i bagni pubblici e le fontane sono stati chiusi in un momento in cui lo stesso consiglio federale raccomandava accresciute norme igieniche?

Il Comune non è in grado di garantire l’igiene dei suoi servizi pubblici? Da chi viene svolta di norma la pulizia di questi bagni? È stata delegata a ditte private? Se sì per quali ragioni?

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