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La cacciata di don Adam crea un piccolo scisma

ARBEDO-CASTIONELa cacciata di don Adam crea un piccolo scisma

16.08.18 - 08:38
Sotto accusa per le sue lezioni di catechismo, “troppo moderne”. Ma il prete rimosso lascia un piccolo indizio sulle resistenze di alcuni fedeli: «Di me si dice solo prete polacco... Peccato...»
Foto Davide Giordano
La cacciata di don Adam crea un piccolo scisma
Sotto accusa per le sue lezioni di catechismo, “troppo moderne”. Ma il prete rimosso lascia un piccolo indizio sulle resistenze di alcuni fedeli: «Di me si dice solo prete polacco... Peccato...»

ARBEDO-CASTIONE - C’è un cartello bianco con una scritta nera dice “Grazie don Adam, sei stato giudicato in modo non trasparente. Alberto e sostenitori”. Insomma don Adam Kowalik non sarà Bocca di Rosa ma, per più di un parrocchiano, un po’ di primavera l’aveva portata in paese.

La spaccatura e le firme - Anche per questo motivo parte del villaggio ancora oggi si ribella e mormora per un trasferimento assai contrastato e maldigerito. L’allontamento del prete polacco dalla parrocchia del Bellinzonese a quella lacustre di Castagnola ha infatti diviso i fedeli come un tempo Mosè le acque del Mar Rosso. Una battaglia combattuta, nonostante i tentativi di smentita, a suon di firme, chi pro chi contro.

Colpa del catechismo? - Alla fine avrebbero suonato più forte le campane dell’”amoveatur”, venga rimosso e amen. Il peccato originale? Difficile venirne a una. Ma c’è una vulgata corrente che punta il dito sul “catechismo” impartito ai ragazzi: «Non lo trovo giusto. Ma ci sono stati dei genitori che si sono lamentati dell’insegnamento di don Adam ai loro figli» racconta un abitante.

La montagna don Italo - Resistenze che qualcun altro imputa al fatto che don Adam, arrivato qui solo due anni fa, si sia trovato davanti una montagna da scalare. Inevitabile il confronto con il predecessore don Italo, che per 53 anni anni ha prestato servizio nell’ex comune. «Non voglio sentire niente», si schermisce un altro abitante, che poi però qualcosa confessa: «Ognuno ha un modo di predicare e questo qui si vede che ne aveva un altro. Ma fa un po’ male sentire queste cose...». E aggiunge: «Una cosa così non è mai capitata qui da noi, ad Arbedo».

La Curia, il prete, la perpetua… - Sempre dai pareri raccolti, un altro residente dice: «Ho sentito che hanno raccolto delle firme. Ma io non lo so, non ho firmato. Chiedetelo alla Curia, al vecchio prete, alla perpetua… sono loro che possono dirlo». Forse il contrasto non va nemmeno cercato nelle resistenze generazionali, ci sono anziani che lo difendono: «Don Italo faceva in modo diverso, ma il mondo è cambiato - nota una parrocchiana -. È moderno. Don Adam è venuto due volte a benedire la casa. Per me è bravo». Nel giro di opinioni tra gli abitanti, la parte di Arbedo che parla si schiera con il sacerdote rimosso. Su di lui solo commenti positivi. Era «disponibile», «alla mano», «capace di parlare ai ragazzi».

La verità di don Adam - A microfoni spenti, ma col cuore aperto lui, la pietra dello “scandalo”, don Adam, qualcosa racconta: «Non posso parlare. È una decisione del vescovo e io obbedisco». Le ragioni? «È una cosa molto complessa. Ma tutti sanno tutto» dice col sorriso. Il problema sono davvero le lezioni di religione? «Insegno da quasi trent’anni e cerco solo di usare libri più moderni». Molto di più non dice, ma ricorda di essere in Ticino da dieci anni e prima ancora missionario in Brasile: «Peccato non scriviate chi è don Adam veramente… Ma solo prete polacco, prete polacco». Ha avvertito del razzismo? «Io non l’ho detto, ma…». E nelle parole del prete riecheggia il “tu l’hai detto” di un suo illustre predecessore. Pure lui contestato. Volete don Adam o…?

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