Borradori e Bertini pronti per aiutare nella ricerca di una soluzione: «Che l'amarezza colta nel post possa lasciare spazio a un altro sentimento»
LUGANO - Il caso Philipp Plein sta tenendo banco in quel di Lugano. Da una parte c'è l'imprenditore e stilista, che chiede una maggior flessibilità essendo la sua una realtà con esigenze particolari, dall'altra ci sono sindacati e Ispettorato del lavoro forti della legge federale sul lavoro, con le sue restrizioni e, se vogliamo, i suoi limiti. Ma c'è anche un terzo attore in questa vicenda, la Città di Lugano che, di fatto, non vuole farsi sfuggire un contribuente così importante e spera in una conciliazione.
«Quando ho letto il post di Plein sono rimasto scioccato - ammette il vicesindaco di Lugano, Michele Bertini - Non conosco i motivi del controllo, ma non sono riconducibili a nessuno ufficio dell'amministrazione comunale. Non eravamo nemmeno informati». Bertini, di fatto, invita le autorità cantonali a una riflessione: «L'avanguardia e l'attrattiva per le imprese e i commerci dovrebbe far rima con elasticità e buon senso. Soprattutto per quelle ditte che fanno bene alle casse comunali e cantonali».
In direzione di un dialogo va pure il sindaco di Lugano, Marco Borradori: «Mi spiace molto per quanto successo - ammette -. A Lugano credo che Plein si sia trovato sempre bene. Ha saputo far maturare un brand, un marchio di prestigio innovativo e proiettato verso il futuro. È stato bravo, ma credo abbia trovato anche un humus favorevole».
Borradori non entra nel merito dell'intervento dell'Ispettorato: «Personalmente è un piacere e un onore averlo in città. D'altro canto, pur non conoscendo nel dettaglio i funzionari del Cantone, conosco la Divisione dell'economia e so che è sono molto ligi e fanno in modo che le leggi vengano rispettate. Evidentemente qualcosa che non va nel verso giusto c'è. Mi auguro che si trovi una soluzione e un chiarimento tra le parti».
Il Sindaco conclude tendendo la mano alle parti in causa: «Se posso favorire un dialogo io sono a disposizione. Quello di Plein è un nome che conta, che ha fatto tanto e che porta il nome della città in giro per il mondo. Spero che l'amarezza colta nel post possa lasciare spazio a un altro sentimento».