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CUGNASCO-GERRA

Il modellismo gli salva la vita, ora lotta per “trovargli” la casa

La singolare battaglia di Raniero Bassi, paraplegico in seguito a un drammatico incidente: «Mi chiudono sempre le porte in faccia. Ma io non mollo»
Tio.ch / 20 minuti
Il modellismo gli salva la vita, ora lotta per “trovargli” la casa
La singolare battaglia di Raniero Bassi, paraplegico in seguito a un drammatico incidente: «Mi chiudono sempre le porte in faccia. Ma io non mollo»
CUGNASCO-GERRA - L’automodellismo gli ha salvato la vita. Ora Raniero Bassi lotta per trovare una casa a tutti quelli che condividono la sua passione. Da tempo il 59enne paraplegico di Cugnasco.Gerra, è alla ricerca di un terreno da dest...

CUGNASCO-GERRA - L’automodellismo gli ha salvato la vita. Ora Raniero Bassi lotta per trovare una casa a tutti quelli che condividono la sua passione. Da tempo il 59enne paraplegico di Cugnasco.Gerra, è alla ricerca di un terreno da destinare alla pratica di questo hobby. Invano. Sulla sua scrivania sono arrivate decine di risposte negative. «Autorità e privati mi chiudono sempre la porta in faccia – dice –. Io non mollo. L’automodellismo ha un ruolo sociale importante. Ma in tutta la Svizzera italiana non esiste uno spazio per gli appassionati».

L’incidente - Da quasi 40 anni Raniero è costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Un terribile incidente di motocross, da giovanissimo, gli ha tolto l’uso delle gambe. «Ed è a quel punto che è subentrato l’automodellismo – ricorda –. Qualcosa dovevo pur fare per non stare in casa a deprimermi. All’epoca il Ticino non era ancora pronto per quelli come me, in sedia a rotelle. C’erano un sacco di barriere architettoniche e mentali. Il modellismo però mi ha aiutato a sentirmi come gli altri. Soprattutto dal punto di vista psicologico e dell’integrazione».

Un passatempo snobbato - Poi una lunga parentesi in Brasile. Ben 25 anni in cui Raniero giocherà a basket in carrozzina. Ma sarà anche titolare di una pista di automodellismo, a Rio de Janeiro. «All’estero gli appassionati di modellismo sono serviti e riveriti. Qui invece il nostro passatempo è snobbato».

Cacciati dai piazzali - Eppure si tratta di un hobby che coinvolge centinaia di persone. Dai bambini ai 90enni. «C’è uno scambio intergenerazionale enorme. Alle autorità sembra non interessare. Siamo costretti a farci cacciare dai piazzali e dai posteggi. Gli agenti di sicurezza spesso ci vedo e ci mandano via, perché non abbiamo autorizzazioni. Viviamo in una situazione ingiustamente precaria».

Una montagna di “no” - Il 59enne mostra tutte le lettere ricevute. «Mi rispondono sempre di no. O per questioni legate al piano regolatore, o per il fatto che non si sa ancora come utilizzare un determinato terreno. La realtà è che molti patriziati, ad esempio, hanno spazi infiniti e non sfruttati. Noi saremmo disposti a pagare un affitto e a mantenere inalterato il paesaggio. La pista che creeremmo sarebbe completamente naturale. Le nostre auto sono elettriche. Non fanno rumore e non inquinano».

Vita da abusivi - Raniero, nonostante i numerosi rifiuti, non molla. E rilancia la sua idea. «Non ce la facciamo più a tirare avanti da abusivi, guidando le nostre macchinine di nascosto nei terreni incustoditi. È frustrante. Poco gratificante. Alcune persone, grazie al nostro hobby, sono fuggite da brutte situazioni personali, e hanno ritrovato la voglia di sorridere e di stare insieme. Tra appassionati emergono storie che toccano il cuore. Non è normale che per incontrarci dobbiamo andare in Italia o varcare il Gottardo».

 

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