Dopo la diatriba tra una famiglia neocastellana e la nota compagnia aerea, spunta anche un caso ticinese. Ecco quanto accaduto alla bleniese Jessica Giacomini e ai suoi amici
SEMIONE - Bloccati all’aeroporto per una notte. In vacanza con un giorno di ritardo e con un altro volo. E un risarcimento di mille euro per gli infiniti costi aggiuntivi generati che non arriva. Il lungo contenzioso tra una famiglia neocastellana e il servizio clienti della compagnia aerea Easyjet, durato 4 mesi e di cui Ticinonline ha riferito di recente, non sembra isolato. Adesso spunta anche un caso ticinese. È quello di Jessica Giacomini, giovane di Semione (Blenio) che ha vissuto una vera Odissea all’aeroporto di Milano. «Con i miei tre amici – racconta – dovevo andare a Ibiza in vacanza. Siamo finiti in un vortice senza fine».
Escalation di ritardi - Jessica presenta una fitta documentazione. E ripercorre minuziosamente i fatti. È venerdì 22 luglio. I quattro ticinesi si presentano a Malpensa. Il volo è previsto per le 20.30. «Siamo partiti dal Ticino alle 16. E già strada facendo abbiamo ricevuto un messaggio che ci comunicava il ritardo del volo. Pazienza. Abbiamo messo piede nell’aeroporto alle 18. Da lì in poi è stata un’escalation di ritardi».
Doccia fredda - A mezzanotte, uno spiraglio di luce. «Ci dicono che il velivolo Easyjet è arrivato da Stoccolma, ci indicano il gate per l’imbarco. Finalmente cominciano le procedure per farci salire». Un’ora più tardi, la doccia fredda. «Il personale di terra comunica che il volo è stato cancellato. E a gestire il panico di 180 passeggeri c’era una sola persona».
Ai confini della realtà - Trapelano le prime informazioni. «All’inizio ci hanno detto che il volo sarebbe stato riprogrammato, il giorno seguente alle 15. E che il volo non poteva partire in quel momento perché il personale aveva già lavorato oltre le ore consentite. Più tardi ci hanno pure detto che lo spazio di volo in Spagna era stato chiuso. Insomma, mille spiegazioni e non una valida».
Caos - Intanto i passeggeri vengono trasferiti in un’altra area. Lì avrebbero ricevuto ulteriori lumi su quanto accaduto. «Ma dapprima sopprimono il volo del giorno dopo. Poi ci dicono che a Milano ci sarà uno sciopero e che, in ogni caso, non potremo partire durante la giornata di sabato. A quel punto mettono in palio una ventina di posti limitati per un volo in partenza alla domenica. Con le App dei telefonini in pochi secondi si scatena il caos».
La resa - La giovane bleniese e i suoi amici vivono ore di ansia a Malpensa. Fino alla resa. «Stravolti e arrabbiati, decidiamo di prendere un volo da Lugano, via Ginevra, per Ibiza alle 7 di sabato 23 luglio. E così alle 4.30 partiamo da Malpensa e ci dirigiamo a Lugano Airport. Finalmente saliamo sul nostro aereo e partiamo. Arriviamo a Ibiza con un giorno di ritardo. Grazie soltanto a noi stessi».
Il secondo round - Jessica dalla Spagna inizia a scambiare email con il servizio clienti EasyJet, per richiedere il rimborso del biglietto pagato, mai utilizzato, e il risarcimento delle spese superiori causate. «Dal 24 luglio ad oggi, una ventina di email. È arrivato il risarcimento dei biglietti del volo annullato. Ma per tutti gli altri costi aggiuntivi? Abbiamo perso un giorno di vacanza e abbiamo dovuto prenotare e pagare un altro volo, tanto per citare due aspetti».
Entro sette giorni… - Al 19 agosto arriva una risposta ufficiale. Mille euro complessivi di rimborso (250 a testa, cifra comunque inferiore alle spese effettive) entro 7 giorni lavorativi. Punto e a capo. «Accettiamo. Ma oggi è il 2 settembre e non abbiamo ancora visto un franco». Da qui la decisione. «Abbiamo inviato una raccomandata alla sede centrale di EasyJet Svizzera a Ginevra. E vogliamo che la vicenda diventi pubblica. Questa vergogna non può passare inosservata».