Crisi della vaniglia: il gelato costerà di più?
La carenza di produzione di vaniglia sta facendo esplodere il prezzo dei baccelli, ma distributori e gelaterie promettono: il costo delle palline non aumenterà.
LUGANO - I primi weekend primaverili, c’è poco da fare, invogliano a mangiarsi un gelato. E nessun gusto è più popolare della vaniglia, ce lo confermano anche Coop e Migros. La prossima estate, però, potrebbe portare una sorpresa amara. La vaniglia infatti sta scarseggiando e il prezzo molto aumentato. Il primo produttore al mondo è il Madagascar, dove il costo dei baccelli nell’ultimo anno è aumentato del 150%. Un’esplosione che, si teme, potrebbe intaccare il prezzo del gelato.
No alla vaniglia artificiale - Un’altra paura è che i produttori per non aumentare i prezzi ricorrano alla vaniglia artificiale. Migros nel suo assortimento non ne fa praticamente uso e non ha intenzione di cambiare. Ma il costo? «L’aumento di prezzo per la vaniglia non verrà trasmesso ai clienti e anche il sapore non verrà cambiato», assicura la portavoce Monika Weibel. Così anche da Coop, che non utilizza gelati con vaniglia sintetica e, come conferma il portavoce Ramon Gander, il listino non subirà incrementi. Questo perché «o abbiamo già i prodotti in magazzino o possiamo contare su materie prime già acquistate».
Gelaterie ticinesi: «Nessun aumento» - E in Ticino qual è la situazione? «L’aumento potrà influire sui costi, ma non vogliamo aumentare i prezzi anche se i margini di guadagno sono già scarsi», ci spiegano dalla Gelateria Svizzera di Riazzino. «C’è da dire che quest’anno abbiamo già acquistato la vaniglia a novembre», assolutamente naturale si intende. Anche il gruppo locarnese Fiordipanna punta assolutamente al naturale: «Acquistiamo le bacche con un consorzio, a noi poi arriva la pasta già lavorata», ci spiega Luigi Fusi. «Attualmente ho notato un aumento dell’8-9%», ci spiega, «ma un aumento si nota anche sul cacao e su tutti i derivati».
Una pallina vale l’altra - Ma cosa dobbiamo aspettarci al bancone? «Non ci saranno aumenti, anche perché in gelateria vale la politica dell’uno per l’altro. Il cliente paga il medesimo prezzo a pallina, che si tratti del carissimo pistacchio o del fiordilatte molto più economico. Tra i gelati artigianali non dovrebbero esserci differenze», aggiunge Fusi. «Anche perché stiamo ancora beneficiando del cambio dell’euro sull’acquisto delle materie prime.



