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Per evitare che “cenone” faccia rima con “sprecone”

Nessun periodo come quello delle Feste ci porta a riempire il frigo con alimenti che spesso finiscono nella spazzatura. Ma non dev'essere così.
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Per evitare che “cenone” faccia rima con “sprecone”
Nessun periodo come quello delle Feste ci porta a riempire il frigo con alimenti che spesso finiscono nella spazzatura. Ma non dev'essere così.

BELLINZONA - Cenone della Vigilia, pranzo di Natale, poi arriva Santo Stefano senza dimenticare San Silvestro e il tradizionale pranzo per l'Epifania.

Con le Feste non solo le pance ma anche i frigoriferi si riempiono di ogni ben di Dio e può capitare di trovarsi con alimenti in esubero spesso e volentieri che veleggiano verso la data di scadenza.

Tutto da buttare? Non per forza.

Come ricorda il Dipartimento del territorio del Cantone, che assieme alla Confederazione da tempo si batte contro lo spreco alimentare. Non per forza di cose un cibo che supera la data di scadenza va cestinato. La parola d'ordine è corretta interpretazione delle etichette e uso del buon senso (e dei buoni... sensi).

Secondo i dati di Berna vengono sprecate ogni anno circa 2,8 milioni di tonnellate di alimenti ancora commestibili, pari a circa 330 kg pro capite.

Questo spreco ha impatti economici, sociali e ambientali significativi: oltre a consumare risorse come acqua, suolo agricolo e energia, genera emissioni di gas serra paragonabili a una quota importante dell’impatto del trasporto privato del Paese.

Come fare, quindi, a evitare gli sprechi? Innazitutto imparare a differenziare i prodotti con etichetta “Consumare preferibilmente entro il” da quelli con la dicitura “Consumare entro il”. Nel primo caso spesso e volentieri c'è un “cuscino di sicurezza” anche piuttosto importante.

Nel caso di prodotti come uova, latte pastorizzato e prodotti di pasticceria, di 6 giorni.

Per quanto riguarda il quark, lo yogurt, il formaggio fresco o a pasta molle, le uova sode, salumi e affettati, di anche 14 giorni.

Per il formaggio a pasta dura, il burro, il latte UHT, i succhi di frutta e gli snack salati, anche di 30 giorni.

Per quanto riguarda i prodotti a lunga conservazione, si arriva anche a un anno di “bonus”: come è il caso per pasta e riso, cioccolato, sale e spezie, zucchero e anche la farina.

Circa tre mesi, invece, per i prodotti surgelati e quattro per le conserve, i cereali, fette biscottate, l'olio e le bevande conservabili non refrigerate (come l'acqua minerale).

«gli alimenti conservati correttamente possono continuare a essere consumati e distribuiti anche oltre la data di scadenza a condizione che le qualità organolettiche (bell’aspetto, buon odore e buon sapore) siano rispettate».

Attenzione, invece, alle date di scadenza tassative (“Consumare entro il”): in caso di pesce, carne cruda, torte o creme in scadenza vanno consumati/cucinati il giorno stesso. In alternativa possono essere congelati per 90 giorni.

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