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“Ignorata dal ginecologo, ora ho un figlio disabile”

Bufera attorno a un medico ticinese. Sebastian è tetraplegico, down e affetto da microcefalia. La mamma: “Problemi per tutta la gravidanza. Ma mai un test”
Foto tio.ch
“Ignorata dal ginecologo, ora ho un figlio disabile”
Bufera attorno a un medico ticinese. Sebastian è tetraplegico, down e affetto da microcefalia. La mamma: “Problemi per tutta la gravidanza. Ma mai un test”
ASCONA - Ombre su un medico ticinese. Dopo il caso del gemello paralizzato segnalato da Gabriella Codoni, una nonna luganese, ora è una mamma, Luz Stella Nyffenegger di Ascona a parlare della sua storia. O meglio, di quella di Sebastian, 16 an...

ASCONA - Ombre su un medico ticinese. Dopo il caso del gemello paralizzato segnalato da Gabriella Codoni, una nonna luganese, ora è una mamma, Luz Stella Nyffenegger di Ascona a parlare della sua storia. O meglio, di quella di Sebastian, 16 anni, tetraplegico, down e affetto da microcefalia. “Ho avuto problemi per tutta la gravidanza - dice la donna -. Ma il mio ginecologo non mi ha mai fatto un test per vedere se il bimbo era sano. Diceva che era tutto a posto e che bastava l'ecografia". Il dottore è lo stesso del caso della signora Codoni: Alberto Spinelli, ginecologo oggi in pensione. E c’è un’analogia inquietante con la vicenda precedente. “Perché anche per Sebastian sono spariti i tracciati legati alle ore prima del parto”.

La storia infinita - Il caso di Sebastian, nato il 6 gennaio del 1999, è finito pure davanti al Tribunale federale. Un’infinita battaglia, tra perizie e controperizie. Terminata solo nel 2014 con un risarcimento per danno morale di 50.000 franchi. “Quei soldi - spiega Luz Stella - li ho dovuti usare per pagare gli avvocati del ginecologo. Non ha neanche avuto la dignità di pagarseli lui. Nessuno mi ha mai spiegato perché i tracciati e la cartella del parto di Sebastian sono spariti. Ora che ho saputo della storia della signora Codoni i miei dubbi si sono moltiplicati. Come mai spariscono i tracciati e le cartelle di bambini che non nascono sani? E perché il mio ginecologo, nonostante i miei continui disagi, non mi ha mai fatto un esame per capire se Sebastian si stava sviluppando in modo sano? Voglio delle risposte. Le pretendo”.

Dolori - All’epoca Luz Stella viveva con il marito a Stabio. “Frequentavo lo studio del dottor Spinelli a Mendrisio. Al terzo mese di gravidanza ho iniziato ad avere dolori nel basso ventre. Quando chiedevo spiegazioni, il medico mi rispondeva quasi seccato. La mia pancia era molle, c’era qualcosa che non andava. E poi era piccola. Lui mi rispondeva che ogni gravidanza ha una storia a sé e che non dovevo farmi problemi. Si basava solo sull’ecografia. Sembrava molto sicuro. Io mi sono fidata”.     

L'ultima visita - A fine novembre del 1998, Luz Stella torna dal ginecologo. E stavolta si fa accompagnare dal marito. “Io mi sentivo stanca, sfinita. Sentivo una parte del bimbo sotto le mie costole nella parte destra. Non riuscivo nemmeno a dormire da quel lato. Ancora una volta però il medico mi ha tranquillizzata. Anzi. Mi disse che quella sarebbe stata l’ultima visita prima del parto, previsto per il 5 febbraio. Io e mio marito ci siamo guardati in faccia, un po’ spiazzati. Eravamo inesperti e ci siamo fidati, di nuovo”.

Drammatica Epifania - Tra un dubbio e l’altro, si arriva al 6 gennaio. Luz Stella sta facendo la doccia e, tutt’a un tratto, nota del sangue. “Il dottor Spinelli era in vacanza, abbiamo chiamato subito la clinica Sant’Anna di Lugano. Ricorderò sempre la faccia del medico di picchetto. Mi disse: ‘Ma è sicura di essere all’ottavo mese di gravidanza? La sua pancia è davvero piccola e molle’. Mi fecero un tracciato”.

Caos - Nel reparto si scatena la confusione. Luz Stella percepisce l’agitazione delle infermiere. “A un certo punto mi hanno comunicato che avrei dovuto fare un parto cesareo urgente. Mentre partorivo, il medico diceva che la testa del piccolo era troppo incastrata. Non me lo fecero vedere. Decisero di ricoverarlo d’urgenza a Berna. Gli era mancato ossigeno e aveva assorbito liquido amniotico”. 

Corsa a Berna - Nonostante le controindicazioni del personale sanitario, Luz Stella decide di partire a sua volta per Berna. “Volevo stare vicina alla mia creatura. Mi dissero che era down, e che c’erano diversi altri problemi. Sebastian era attaccato ai macchinari. Aveva un pancione immenso e la testa era piena di liquido. Solo dopo diverse settimane ha iniziato a respirare da solo”.  

Umanità - Sebastian oggi vive su una sedia a rotelle. Non può fare nulla da solo. Non parla e deve essere sorvegliato da qualcuno 24 ore su 24. “A volte è dura portarlo in giro. Vorremmo che la gente invece di fare commenti cattivi, si avvicinasse a noi con un po’ di umanità, che ci chiedesse magari che cosa ha avuto Sebastian". 

La secondogenita - Accanto a Sebastian, c’è Vanessa, la seconda figlia di Luz Stella . “È nata nel 2000. Un anno dopo Sebastian. È perfettamente sana. Ho avuto coraggio, certo. Il nuovo ginecologo mi ha seguito in maniera completamente diversa. Dopo poche settimane mi ha fatto il test per capire se Vanessa fosse sana, mi rendeva partecipe di ogni cosa, e ascoltava ogni mio dubbio. Questa enorme differenza di trattamento ha aumentato i miei interrogativi sull’operato di Spinelli”. 

A processo - Spinelli davanti ai giudici si è difeso sostenendo che i problemi di Sebastian sarebbero subentrati solo nelle ultime settimane di gravidanza. “Noi - riprende Luz Stella – abbiamo chiesto i tracciati delle ore prima del parto e la cartella con il rapporto del cesareo. Stranamente sono andati persi. Come sono andati persi quelli del nipote della signora Codoni. Come mai?”.   

Silenzio - Luz Stella chiude con un appello. "Vorrei che le famiglie con problemi simili ai miei venissero allo scoperto. Basta con questa omertà. Dobbiamo farci coraggio e denunciare questo silenzio". 

La voce di Spinelli - Alberto Spinelli, dal canto suo, respinge ancora una volta ogni tipo di accusa. "Nella mia vita ho assistito a quasi 3.000 parti - dice il ginecologo, oggi in pensione -. Solo in 4-5 casi le cose sono andate male. È vero, ci sono state denunce nei miei confronti. Però nessun tribunale mi ha mai ritenuto colpevole. Il nostro è un mestiere bellissimo, ma ingrato. Se qualcosa va storto sono sempre tutti pronti a saltarti addosso. E per noi medici è sempre una sofferenza immensa. Ricordo bene il caso di Sebastian, ribadisco quanto detto davanti ai giudici. D'altra parte la signora non voleva fare l'amniocentesi".

Una disciplina complicata - Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici ticinesi, giustifica Spinelli. "Ogni medico agisce secondo scienza e coscienza. L'ostetricia è una branca in cui l'imprevisto è sempre dietro l'angolo, pronto ad assalirti. La garanzia assoluta di avere un bimbo sano c’è solo quando ce l’hai tra le braccia. I tracciati spariti? Ma da quelli si può solo vedere come è andato il parto. Non altre cose. I test per vedere se il bimbo è sano? Se ne può fare uno all'inizio della gravidanza, l'altro dopo qualche mese. Ma è sempre il medico a valutarne la pertinenza e la necessità, a seconda del caso specifico". 

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