Fausto Beretta-Piccoli: "Ad un passo dall'eroina. Mi ha salvato Bertolt Brecht"

LUGANO - Le avvertenze legate alle fatali conseguenze, prima degli anni Ottanta, erano frammentarie o, addirittura, inesistenti. La droga del nuovo millennio, purtroppo, continua la propria carneficina. Ne abbiamo parlato con Fausto “Gerri” Beretta-Piccoli, membro del Gran Consiglio ticinese e assistente sociale, il quale ha dedicato buona parte della sua vita professionale a questa problematica: “A partire dagli anni Novanta il costo degli stupefacenti è costantemente diminuito: questo è un fattore che rende la droga troppo accessibile ai giovani e, inoltre, la pessima qualità dovuta al basso prezzo è la principale causa di overdose.”
Qual è la droga del momento?
Devo dire che oggi si predilige il cosiddetto cocktail, ovvero ecstasy, eroina, cocaina, alcool e farmaci.
Può approfondire il discorso legato ai farmaci?
Ci sono alcuni medici che prescrivono sedativi senza un minimo controllo. Mi riferisco al fatto che il tossicodipendente può recarsi in farmacia e acquistare cinque, sei, sette scatole del prodotto e rivenderle immediatamente in strada. In questi termini, purtroppo, la comunicazione tra medico curante e farmacista è completamente assente.
Le zone di spaccio sono ancora adiacenti alle scuole?
Fino a qualche anno fa sì, ora molto meno. Nel luganese la zona più battuta era quella del Liceo 1, proprio perché si trova nei pressi del Parco Ciani. Inoltre, veniva utilizzato un raggio d’azione che si spingeva nei pressi della scuola media di Viganello.
È ancora molto facile procurarsi la droga?
Purtroppo sì, e un grosso problema che deve essere monitorato è quello legato alla prostituzione adolescenziale ai fini di pagarsi la droga. Parlo di ragazzine di sedici anni… Inoltre, c’è da sottolineare che non trovi la dose soltanto nelle città più grandi del cantone. Mi spiego meglio: se un ragazzo di Airolo vuole acquistare una “striscia” di coca, gli basta spostarsi a Biasca. Non serve che arrivi a Bellinzona o a Lugano. Lo spaccio, purtroppo, oggi copre davvero tutto il Ticino…
Quali sono i prezzi?
Oggi puoi comprare una “striscia” di coca a cinquanta franchi, negli anni Ottanta la medesima quantità si aggirava intorno ai duecentocinquanta/trecento franchi. Una pasticca di ecstasy la paghi dieci/quindici franchi…
Da quanto tempo esistono le campagne informative contro gli stupefacenti?
Direi dagli anni Ottanta, prima si leggevano soltanto le morti celebri sui giornali…
Secondo lei sono efficienti?
Il lavoro degli enti è piuttosto buono, ma soltanto l’informazione non basta.
Come si possono migliorare?
Al fine di sensibilizzare meglio i giovani proporrei degli incontri tra ex-tossicodipendenti e allievi delle scuole medie proprio per fornire ai ragazzi delle testimonianze dirette. Sono convinto che eviterebbero di accendersi il primo spinello…
Lei è dell’idea che le droghe leggere siano il preludio delle droghe pesanti?
Sì, soprattutto in età adolescenziale. Il confine tra le due realtà è quasi invisibile. Non ho nessun problema ad affermare che questo è un aspetto che ho vissuto in prima persona: non ho oltrepassato il limite, ma ci sono arrivato molto vicino. Sono stato ad un passo dall’eroina. Mi ha salvato il teatro di Bertolt Brecht, una passione che mi ha consentito di abbandonare tutto il resto…
Perché i giovani si vogliono spingere ancora oltre i limiti?
Purtroppo buona parte di loro non ha interessi, non coltiva una passione, non ha un punto di riferimento. Vogliono solo sballarsi per ammazzare la noia…
Nei decenni precedenti, invece, quali erano i motivi?
Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta il mondo è cambiato… E la droga, traditrice, agli occhi di tutti sembrava quasi un passo obbligato per poter accedere alla nuova cultura che si stava sviluppando in quel periodo: la musica, i poeti maledetti, il cinema…
Ricorda una vicenda che l’ha colpita particolarmente durante la sua lunga esperienza professionale?
Una sera un ragazzo che seguivo da tempo mi ha chiamato chiedendomi di portargli una pizza. Lui non riusciva più ad alzarsi dal letto, aveva contratto l’HIV, ed era in fase terminale. Quando sono arrivato da lui mi ha chiesto se secondo me quella sarebbe stata la sua ultima “Pizza Hawaii”, quella con l’ananas… È morto durante la notte…




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!