Quando l'auto prende fuoco

Due vetture in fiamme in pochi giorni. Un meccanico ed un elettrauto per cercare di capire come può un'automobile posteggiata prendere fuoco
Due vetture in fiamme in pochi giorni. Un meccanico ed un elettrauto per cercare di capire come può un'automobile posteggiata prendere fuoco
LUGANO – Un’auto completamente divorata dalle fiamme nei Grigioni e una consumata dal fuoco sprigionatosi nella parte posteriore del veicolo. Quello di venerdì e di martedì notte sono solo due dei più recenti casi di autocombustione, o presunta tale, che occupano spazio nella cronaca cantonale.
“Dal punto di vista meccanico – ci spiega il responsabile officina del Garage Gran Premio Gomme a Pregassona – è molto difficile che un’auto possa prendere fuoco da sola, in particolar modo se è posteggiata e ferma da parecchie ore”. Nel caso invece di un’auto che è appena stata posteggiata, dopo aver circolato per diversi chilometri, le possibilità, pur rimanendo basse, salgono. “Nel caso di veicoli vecchi può succedere che il tubo della benzina sia rovinato, crepato, e che delle gocce escano e vadano a fermarsi sul collettore. In questo caso la goccia di benzina può prendere fuoco e dare il via all’incendio”. Una fatalità che può avere luogo quando l’auto è stata posteggiata da poco tempo perché in caso contrario o la temperatura del motore si è già abbassata o l’aria che penetra dalla mascherina frontale soffia via la goccia impedendole di prendere fuoco.
Un'altra eventualità, ci racconta il responsabile dell’officina del Garage Gran Premio Gomme, è che l’incendio abbia origine dal catalizzatore. “Il catalizzatore arriva a temperature molto elevate, che superano i 5-600 gradi centigradi. Se l’auto viene posteggiata su un prato può correre il rischio di incendiarlo, ma è un problema che colpiva maggiormente le prime auto con catalizzatore e che oggigiorno è molto più raro dato che tutti i catalizzatori sono isolati”. Anche in questo caso però il pericolo decade con il passare del tempo e quindi non spiega i casi di auto che hanno preso fuoco nonostante fossero ferme da diverse ore o giorni.
“Posso fare l’esempio di un cliente con una Golf 3 (le terza edizione dell’auto di casa VW, ndr) nella quale i cavi all’interno della portiera del conducente, a causa dell’usura, si sono tagliati causando un cortocircuito che ha fuso tutti i cavi dalla portiera alla scatola dei fusibili. Il cliente si è spaventato perché ha visto uscire del fumo, ma fortunatamente è saltato il fusibile centrale e si è spento tutto” ci raccontano dal Garage Lipcar. “Dopo i casi di incendi causati dalla perdita di benzina, i corto circuiti sono senza dubbio tra le cause principali di combustione”. L’elettrauto di Pregassona ci spiega che le cause possono essere assai diverse tra loro e non sempre la responsabilità è imputabile al proprietario o all’usura. Anche un piccolo incidente in un parcheggio può avere conseguenze devastanti per l’auto. “Un tamponamento che taglia o danneggia i cavi che alimentano le ventole può portare al surriscaldamento del motore e all’incendio di parti più o meno infiammabili”. Un altro possibile pericolo sono gli animali di piccole dimensioni. “Se una martora ‘mangia’ un cavo candela, il motore smette di funzionare a quattro cilindri e la benzina che non viene bruciata in un cilindro può raggiungere il catalizzatore e lì prendere fuoco o surriscaldare ulteriormente il catalizzatore al punto da incendiare il rivestimento e la stoffa vicina al freno a mano. Purtroppo sono casi non troppo rari”.
Saul Gabaglio








