IL LAVORO: “Euromoda raddoppia, dopo Chiasso apre una sede anche a Lugano”

“Euromoda raddoppia, dopo Chiasso apre una sede anche a Lugano”. Lo annuncia il settimanale “Il Lavoro”, in edicola come sempre il venerdì, presentando la nuova sede di via Balestra 19 e proponendo una panoramica sul lavoro svolto in questi primi cinque anni. Euromoda ha iniziato la sua attività nel 1996 a Chiasso, dapprima con giovani alla ricerca del primo impiego, poi con lavoratori di età più avanzata; attualmente la media è sui 45 anni. La direzione, anche della sede di Lugano, è affidata a Silvio Guidinetti, che su “Il Lavoro” spiega l’attività e gli obiettivi di questa singolare azienda. Euromoda à in pratica una misura attiva nel campo della disoccupazione. E’ un’azienda in cui viene svolta un’attività virtuale di pratica commerciale, all’interno di una rete nazionale e internazionale. Ha attualmente 24 dipendenti distribuiti nelle due sedi. Nei centri in Svizzera, tra cui appunto quelli di Chiasso e ora Lugano, l’attività viene verificata da un’unica centrale commerciale, che si sostituisce ai vari referenti presenti nella pratica; banche, uffici postali, enti assicurativi ecc. In pratica Euromoda svolge l’intera attività di un’azienda (in questo caso nel campo della moda e dei prospetti di moda) seguendo tutte le modalità (come gli orari di lavoro), i canali operativi (dai fornitori agli acquirenti) e svolgendo la relativa attività contabile e amministrativa. Il tutto però in modo virtuale. E questo perché il suo scopo – come spiega Silvio Guidinetti su “Il Lavoro” – è il reinserimento professionale di chi rimane senza lavoro.Questo significa che Euromoda, impostata su parametri di tip professionale, si indirizza in particolare a chi è alla ricerca del primo impiego; a chi ha da poco lasciato un lavoro ma vuole mantenersi professionalmente attivo; a chi da tempo si trova in disoccupazione ma non vuole uscire da quei ritmi lavorativi che gli permettano di puntare ad un nuovo reinserimento professionale. I risultati sono probanti, visto che ancora attualmente, nonostante l’innalzamento dell’attività media dei “dipendenti”, il tasso di reinserimento nel mondo del lavoro è del 60%.