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SOCIETÀCalma piatta dopo l'una di notte. Il Ticino è un Paese per "vecchi"?

16.12.09 - 15:49
La vita notturna ticinese ristagna. Soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Molti gerenti criticano le scelte dei politici, che penalizzano i giovani. Il parere di alcuni professionisti del settore.
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Calma piatta dopo l'una di notte. Il Ticino è un Paese per "vecchi"?
La vita notturna ticinese ristagna. Soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Molti gerenti criticano le scelte dei politici, che penalizzano i giovani. Il parere di alcuni professionisti del settore.

LUGANO - Il Ticino è un Paese per “vecchi”? Da Locarno a Lugano, passando per Bellinzona, la vita notturna ristagna. Pochi locali aperti dopo la una di notte, eventi con il contagocce, salvo eccezioni, e giovani che sbuffano e si lamentano. In parallelo cresce l’intolleranza da parte di chi abita vicino ai ritrovi pubblici. Ne sono la prova le recenti chiusure di locali come il 2shé di Locarno o i problemi riscontrati da ritrovi storici come il Pasinetti di Gorduno. “In Ticino chi reclama riceve troppa considerazione da parte delle autorità”, dice Rodolfo Pulino, organizzatore di eventi per la Next Punk Record. “Alla base di questa situazione c’è anche il divieto di fumo nei bar – gli fa eco il “collega” Tiziano Giannini, della Coolpromotion –. Forse nessuno aveva calcolato che in molti casi la gente che fuma si sarebbe spostata all’esterno, disturbando il vicinato”. 

La Svizzera è una nazione tranquilla - Sparano contro le autorità. Ma lo fanno in silenzio, per paura di incappare in sanzioni. Molti gerenti sono scontenti delle scelte politiche fatte dalle autorità, perché penalizzano i giovani e la vita notturna. “Il fatto è – spiega Fabio Bassi, art director della discoteca Vanilla – che la Svizzera è riconosciuta a livello internazionale come il Paese della tranquillità. Quindi chi vive qui esige di poter stare in pace dopo una certa ora. Certo che per la vita notturna non è il massimo…” “Chi prende casa in centro – aggiunge Giannini – dovrebbe tuttavia guardare in anticipo a cosa va incontro. Se vai ad abitare vicino a un locale notturno, non puoi pretendere che poi il gerente si adegui alle tue necessità. Eppure molta gente non ragiona così”. Gianni Morici, responsabile del Bar Peter Pan di Bellinzona punta il dito contro l’intolleranza. “In generale oggi la gente chiama la polizia per ogni piccolezza – fa notare –. Non si sopporta più nulla. Bisogna anche dire che la legge sul fumo ha portato molta gente a stare fuori dai locali. Infine, il particolare momento economico fa sì che molti giovani, per risparmiare, acquistino addirittura le bibite nelle stazioni di servizio per poi venire a consumarle sui piazzali dei bar. È chiaro che tutto questo aumenta il disturbo alla quiete pubblica. Ma l’intolleranza è comunque alle stelle”.

Manca la progettualità - Il ritornello va avanti da anni. Al di là di quelli che sono i luoghi comuni. Chiedi a un giovane medio cosa ne pensi della vita notturna in Ticino e ti senti rispondere che è un mezzo mortorio. “In realtà – puntualizza Bassi – i locali innovativi ci sono, ma sono relativamente pochi. E anche l’entusiasmo non manca. A essere assente è la professionalità. Troppi gerenti improvvisano e non pensano a lungo termine. Ecco perché alcuni bar vanno forte all’inizio e poi chiudono dopo qualche mese. Per assenza di progettualità”. Pulino ne fa, invece, una questione di continuità. “Ci sono periodi – conferma – in cui l’offerta è ricca. E mi riferisco ai mesi estivi. Nel resto dell’anno, però, c’è davvero poco. Forse il problema è anche il nostro bacino di utenza. Il Ticino, magari, è troppo piccolo per invogliare qualcuno a investire in locali che attirino gente e propongano grossi eventi per dodici mesi all’anno”.  

Turisti e universitari penalizzati - La maggior parte dei locali in Ticino chiude alla una di notte. A livello di discoteche c’è il Vanilla di Riazzino e poco altro. “A mancare sono le vie di mezzo – sostiene Giannini –. Quei pub che, pur non essendo discoteche, stanno aperti fino alle tre o quattro di notte. Ce ne sono. Ma l’offerta è risicata”. Ed è appunto a questo livello che subentrano lamentele del vicinato e divieti. Ne consegue che al di là dei mesi estivi il Ticino ha ben poco da offrire a livello di vita notturna. Dal punto di vista turistico è sicuramente una pecca. E anche da quello studentesco. “A Lugano, infatti – sospira Araldo Ravetta, responsabile del Bar Oops –, diversi universitari si lamentano per le poche possibilità di divertimento serale che la città offre”. “Va sottolineato – riprende Pulino – che i ticinesi sono piuttosto strani nelle loro scelte. Tendono ad andare dove c’è gente, dove c’è la massa, anziché cercare l’evento di qualità. Così ti capita di trovarti la folla all’esterno di alcuni bar e non capisci neanche il perché. Questo, tuttavia, non cambia la situazione. Serve qualcuno disposto a investire sulla vita notturna ticinese se si vuole essere attrattivi. Ma non è facile. Nella maggior parte dei mesi dell’anno il bacino d’utenza è ridotto”. 

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