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Parla la zia di Marusca: "Spero che possa rifarsi una vita in Ticino"

Caso Schenk, il giudice ha disposto la liberazione e il rimpatrio della 32enne entro 4 giorni. Il Consolato Svizzero: 'Se entro venerdì la ragazza non sarà liberata, ci rivolgeremo alla Prefettura'
Marusca Schenk
Parla la zia di Marusca: "Spero che possa rifarsi una vita in Ticino"
Caso Schenk, il giudice ha disposto la liberazione e il rimpatrio della 32enne entro 4 giorni. Il Consolato Svizzero: 'Se entro venerdì la ragazza non sarà liberata, ci rivolgeremo alla Prefettura'
MILANO - "Se tutto va per il meglio, tra quattro giorni potremo riabbracciare Marusca". A parlare è B., la zia della 32enne luganese. La ragazza nata a Lugano e cresciuta nel Luganese, dopo aver scontato una ...

MILANO - "Se tutto va per il meglio, tra quattro giorni potremo riabbracciare Marusca". A parlare è B., la zia della 32enne luganese. La ragazza nata a Lugano e cresciuta nel Luganese, dopo aver scontato una condanna per traffico di stupefacenti, è stata portata al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli. Un centro già teatro di rivolte e contestato dalla sinistra per le dure condizioni detentive. "Oggi c'è stata l'udienza di convalida, il giudice ha deciso di liberarla entro 4 giorni".

Stando a quanto racconta B., Marusca sarà accompagnata a Chiasso, dove ad aspettarla saranno i suoi cari. Il caso Schenk è balzato agli onori della cronaca grazie a La Repubblica, che ha raccontato la situazione, anomala, di una cittadina svizzera detenuta tra i richiedenti asilo e profughi: "E' stata mia nipote stessa a mettersi in contatto con il giornalista - ha precisato B. - Marusca cercava aiuto e non capiva come mai lei dovesse stare lì". Un vero e proprio incubo per Marusca che alla zia ha raccontato di "una struttura che fa schifo, con un televisore per 20-30 persone, dove non si fa nulla tutto il giorno, ma dove ha trovato, per fortuna, tanta gente disponibile e gentile ad aiutarla. C'è chi le ha prestato il telefonino per poterci contattare, c'è chi l'ha appoggiata moralmente".

"La prospettiva di dover trascorrere i prossimi due o tre mesi - continua B., la zia di Marusca - la angosciava a tal punto che temeva di diventare pazza. Come detto, però, la decisione del giudice di ordinare il rilascio entro al massimo 4 giorni ridà speranza alla ragazza, che dovrà a breve però, affrontare il difficile rientro a casa".

B. ora sua nipote dovrà affrontare il rientro a casa. La sua speranza è quella di ricostruirsi in Ticino la sua vita?
"Per forza. Lei è cresciuta ed ha abitato sempre in Ticino. La sua speranza è quella di poter ricominciare".

La sua detenzione potrebbe pregiudicare un suo reinserimento nel tessuto sociale ticinese, anche alla luce del fatto che questa vicenda è stata resa pubblica con tanto di nome, cognome e foto...
"Sì, sarà molto difficile. Sto vivendo già sulla mia pelle la difficoltà di chi è senza lavoro. Sono disoccupata e soffro d'asma e i miei problemi di salute rendono molto difficile la possibilità di potermi reintegrare in ambito lavorativo. Marusca incontrerà non pochi problemi per trovare una collocazione, anche perché sarà molto complicato giustificare questi due ultimi anni e mezzo di detenzione. E' certo che non potrà raccontare di essersi presa due anni sabbatici".

Voi avete ricevuto aiuto dal Consolato Svizzero a Milano?
"Lunedì abbiamo ricevuto il documento in cui ci informavano che Marusca non sarebbe stata rilasciata. Abbiamo deciso di partire per Milano il giorno stesso perché volevamo andare a riprendercela. Sono rimasta ad aspettare davanti alla Questura per cinque ore, fino a quando un impiegato ci ha informato che Marusca non poteva essere rilasciata. Arrivata a casa, il giorno dopo, martedì, ho telefonato al Consolato. Il console, quando gli ho spiegato il caso, è rimasto di stucco e mi ha chiesto di mandare un fax del documento che attestasse la fine della sua pena detentiva. Devo dire che il consolato svizzero si è prodigato molto per capire i motivi per cui Marusca fosse finità lì. Dal consolato poi, mi è stato rivolto l'invito di aspettare la scadenza dei 4 giorni che le restano da scontare al Centro di identificazione ed espulsione. Nel caso non venisse liberata, ci ha assicurato che avremmo avuto l'appoggio del consolato".

Il fidanzato di Marusca lei sa dov'è?
"E' ancora in prigione. E' da un anno e mezzo in un carcere in Sicilia".

Ha ancora contatti con il suo fidanzato?
"No, lei lo ha lasciato. Lei non c'entrava in questa storia, ma quando gli inquirenti chiedevano a lui se Maruska fosse coinvolta nella vicenda, lui taceva. E quindi, chi tace, acconsente".   

Intanto dal Consolato di Svizzera a Milano, che sta seguendo da vicino il caso, ci è stato riferito che se la ragazza non sarà rilasciata entro venerdì, le autorità consolari svizzere si rivolgeranno direttamente alla Prefettura di Milano per chiedere clemenza. Inoltre dal Consolato Svizzero si apprende di essere disposto ad assumersi gli oneri riguardanti  le spese di rimpatrio.

red
 

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