Mortale di Pedrinate: le lacrime del fratello in aula. L'imputato: "Mi ritengo pienamente responsabile"

MENDRISIO - Terzo teste della mattinata, il fratello dell'imputato che è stato interrogato dall'avvocato Mario Postizzi, legale dell'ex caporale della polizia cantonale.
Lacrime in aula - Le lacrime e la commozione hanno segnato la voce del testimone che ha faticato a descrivere il carattere del fratello. "Era contento del suo lavoro che svolgeva con passione e successo. Aveva fatto parte delle "teste di cuoio" ed era nella polizia militare" riesce a raccontare il fratello dell'accusato.
L'avvocato chiede quindi al teste di descrivere i rapporti del fratello con l'alcool. "Non mi sono noti episodi che possano far pensare ad un problema con l'acool. Sulla nostra tavola vi è sempre stato il vino, ma un conto è l'uso ed un altro l'abuso" ha risposto il teste che in seguito ha spontaneamente sottolineato che il fratello non si è mai presentato ubriaco al lavoro. Il legale si è poi rivolto nuovamente al testimone chiedendogli se qualcuno lo aveva mai contattato o avvisato in seguito alle "voci" che circolavano sui presunti problemi d'alcool dell'accusato. "Non ricordo nessuna infrazione del codice stradale" ha risposto il teste.
"Suo fratello consuma ancora alcool?" ha chiesto l'avvocato Postizzi. "No", la secca risposta del fratello il quale in seguito ha confermato che dal giorno dell'incidente l'imputato non ha più guidato e raramente esce di casa la sera.
Gli altri testimoni: non esce piu di casa - "Da circa 30 anni conosco Balzaretti come vicino di casa" ha esordito il quarto teste della mattinata il quale ha sottolineato la correttezza al volante dell'accusato. A precisa domanda dell'avvocato Postizzi il teste ha risposto che dopo l'incidente mortale più di una volta ha incontrato l'imputato al bar della sua fidanzata "e posso dire - ha aggiunto - che beve acqua, magari camuffata in un bichiere di vino bianco".
"Lo conosco da 20 anni e mi ha sempre dimostrato tanta onestà" spiega il quinto testimone della mattinata. "Mi capitava di uscire con il testimone per degli aperitivi, ma da dopo l'incidente non è più successo perché l'imputato non esce più di casa. Se lo vedo è a casa sua" racconta il teste. "In precedenza sarà successo due o tre volte in vent'anni che l'aperitivo fosse un po' più lungo del solito e si bevesse un po' più del normale, e comunque mai prima di entrare in servizio" ha risposto il testimone che si allinea a quanto sentito in precedenza sulla correttezza al volante dell'accusato.
Sono pienamente responsabile della morte di Coduri - "I miei piani per il futuro si fermano alla volontà di costruire qualcosa a casa mia", ha risposto l'imputato al giudice Zali che lo ha interrogato sul proprio futuro. "Come si sente di riassumenre quello che è accaduto?" "Non ho parole per poter dire quello che ho provato. Mi ritengo pienamente responsabile della morte di Enrico Coduri per un mio grave errore".
s.g




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