PP, Mario Branda: "Chiarissimi i fatti, è stato omicidio per negligenza"
MENDRISIO - La mattinata si conclude con la requisitoria del Procuratore pubblico Mario Branda. "Chiarissimi i fatti ma incomprensibile il perché Enrico Codoni debba aver trovato la morte in quel 3 agosto 2007. Una situazione profondamente ingiusta, nessuna giustizia può riparare a quella ingiustizia", questo l'inizio della requisitoria del Procuratore pubblico Mario Branda. "Si è trattato di un incidente che richiama la fatalità e il destino, qui però non c'è fatalità, ma una colpa.
"Se Enrico Codoni non c'è più è colpa di sconsideratezza e di mancanza di rispetto nei confronti del prossimo" ha continuato il PP. "Tutti noi sappiamo quali sono gli effetti dell'alcool alla guida. Anche questa è violenza" ha spiegato Branda, ripercorrendo le statistiche svizzere sulle morti causate da incidenti stradali. "È giusto che anche la giustizia sia più attenta a questi fenomeni e che si pongano degli interrogativi per arrivare ad una nuova sensibilità che ponga misure più restrittive" ha afferma il PP Mario Branda.
"La dinamica dei fatti mi pare si possa definire certa. Quel giorno l'imputato finito di bere, ha commesso l'errore più grosso che potesse fare mettendosi al volante della propria automobile" ha sottolineato il PP, ricordando le difficoltà del tratto di strada percorso in modo sconsiderato da parte dell'imputato.
È una sintesi molto breve quella effettuata dal PP per quanto riguarda la dinamica dei fatti. "Un omicidio per negligenza" - afferma il PP e non per dolo eventuale, come invece ha chiarito il giudice in entrata di processo. "Certamente una negligenza gravissima e inaccettabile ma non certo un intenzionalità, neppure per dolo eventuale". Negligenza, chiarisce ancora il PP, dovuta al fatto d'essersi messo alla guida nonostante dovesse essere perfettamente cosciente dello stato in cui si trovava, e alla quale si accompagna una seconda negligenza rappresentata dalla velocità troppo elevata con la quale ha percorso il tratto di strada.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!