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LOSANNA/BELLINZONA

In piazza a Losanna per salvare le Officine FFS di Bellinzona

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In piazza a Losanna per salvare le Officine FFS di Bellinzona
LOSANNA - Con una frequenza quasi giornaliera il sostegno agli scioperanti delle Officine FFS di Bellinzona arriva anche da oltre San Gottardo. Oggi pomeriggio, dopo le visite da parte di lavoratori delle ferr...
LOSANNA - Con una frequenza quasi giornaliera il sostegno agli scioperanti delle Officine FFS di Bellinzona arriva anche da oltre San Gottardo. Oggi pomeriggio, dopo le visite da parte di lavoratori delle ferrovie e di rappresentanti romandi del Sev, si terrà a Losanna una manifestazione che partirà dalla piazza davanti la stazione. La manifestazione che avrà inizio alle ore 17.30 è organizzata dalle sezioni romande dei sindacati attivi anche a Bellinzona con l’aiuto di alcuni partiti politici della sinistra svizzera romanda.

Con lo slogan “ristrutturazioni e licenziamenti non sono una fatalità” i gruppi coinvolti cercano di attirare l’attenzione sul rischio concreto di ridimensionamento che devono affrontare i lavoratori ticinesi. Difficoltà condivise, ricordano gli organizzatori, anche da alcune centinaia di lavoratori d’oltralpe: 165 a Friburgo, 153 a Basilea e 46 a Bienne.

Lo sciopero paga ma serve un movimento nazionale

In tutto il Ticino, si legge nell’opuscolo che invita la popolazione losannese e non solo ad unirsi alla manifestazione di protesta, la solidarietà non sembra diminuire. Una serrata per opporsi alla ristrutturazione e rispedire al mittente i propri intenti. Mobilitazione generale che non ha ancora raggiunto il suo obiettivo ma che ha spinto le FFS a decidere di sospendere la messa in pratica del proprio piano.

Serve un movimento nazionale per impedire che i lavoratori di Bellinzona subiscano la stessa sorte degli operai della Boillat che nonostante le promesse ricevute non sono riusciti a superare l’ostacolo.

Un invito, quello rivolto dagli organizzatori alla popolazione, a dimostrare la propria solidarietà a favore degli operai e per combattere una lotta che non si limita ai confini ticinesi ma che coinvolge tutte le regioni. Una lotta, si legge nel manifesto, che mira a difendere determinati posti di lavoro e ad evitare il continuo processo di privatizzazione delle FFS.

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