Vasco Pedrina si dimette dalla copresidenza di Unia

BERNA - Vasco Pedrina lascerà la copresidenza del sindacato Unia alla fine dell'anno. Il ticinese rimarrà nell'organizzazione, ma sarà attivo solo in un ruolo di secondo piano. Il comitato direttivo propone di sostituire Pedrina con Andreas Rieger, già quadro del sindacato, per il posto a fianco dell'altro copresidente, Renzo Ambrosetti.
In un comunicato diffuso oggi, il comitato direttivo esprime rincrescimento per la decisione, ma anche la "sua totale comprensione". Pedrina ha ampiamente contribuito alla riforma e alla modernizzazione dei sindacati esercitando in particolare un ruolo decisivo nella fusione che ha prodotto Unia.
Prima di assumere la copresidenza di Unia, Pedrina era stato alla testa del Sindacato edilizia ed industria (SEI) che si è fuso con la Federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell'alimentazione (FCTA), il Sindacato dell'industria, della costruzione e dei servizi (FLMO) e l'ex Unia per divenire l'attuale sindacato interprofessionale Unia.
Dopo 15 anni alla testa di uno dei grandi sindacati elvetici, Pedrina si impegnerà maggiormente nei progetti di sviluppo sindacale in Europa centrale ed orientale. Il ticinese è infatti stato nominato vicepresidente della Federazione internazionale dei lavoratori dell'edilizia e del legno. Pedrina si metterà pure al servizio della formazione di sindacalisti di Unia, annuncia il sindaco.
Ieri Pedrina ed altri tre sindacalisti sono stati condannati a 14 giorni di prigione con la condizionale e a 500 franchi di multa per il blocco della galleria del Baregg sull'A1, organizzato il 4 novembre 2002 nel quadro di un'azione di protesta nazionale per l'ottenimento del pensionamento a 60 anni per i lavoratori dell'edilizia.
Nella sentenza, il Tribunale distrettuale di Baden (AG) arriva alla conclusione che il perturbamento del traffico, durato più ore, ha superato i limiti del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione. I quattro funzionari sindacali sono stati riconosciuti colpevoli di coazione, in base all'articolo 181 del codice penale. Altri 14 sindacalisti sono invece stati assolti per insufficienza di prove.




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