CASO DONATI
Ducry: "Risarcimento illegale", Pedrazzini: "Respingo le false insinuazioni"

Foto d'archivio
Ducry: "Risarcimento illegale", Pedrazzini: "Respingo le false insinuazioni"
BELLINZONA - Jacques Ducry, deputato PLR, intende presentare oggi al Consiglio di Stato un'interrogazione parlamentare sulla procedura seguita nel risarcimento attribuito a Riccardo Donati per essere stato incarcerato ingiustamente. L'interrogaz...
BELLINZONA - Jacques Ducry, deputato PLR, intende presentare oggi al Consiglio di Stato un'interrogazione parlamentare sulla procedura seguita nel risarcimento attribuito a Riccardo Donati per essere stato incarcerato ingiustamente. L'interrogazione è stata anticipata ieri sulle pagine de il Caffè. Donati, come è ormai ben noto, era stato accusato inizialmente di aver tentato di uccidere la madre, accusa che alla fine è caduta. In base ad un accordo fra assicurazione dello Stato e il legale di Donati si è giunti ad una cifra di 831.000 franchi.
Jacques Ducry critica però tale procedura: "La richiesta doveva essere fatta alla Camera dei ricorsi penali, che decide sull'ammissibilità e sull'ammontare delle indennità, non allo Stato. Lo stabilisce chiaramente il codice di procedura penale, all'articolo 320 capitolo 4" ha spiegato Ducry al domenicale.
Intanto oggi ha preso la parola anche Luigi Pedrazzini, che sulle pagine de laRegioneTicino risponde alle riflessioni avanzate sabato dal direttore del giornale, Matteo Caratti, il quale ha avanzato l’ipotesi che il dottor Donati possa avere beneficiato di un trattamento di favore perché la sua famiglia apparterrebbe al medesimo partito del capo del dipartimento delle Istituzioni. "Non so a quale partito vadano le simpatie del dr. Riccardo Donati - scrive Pedrazzini - che non ricordo d’aver conosciuto. Conosco invece bene, e da molti anni, il padre ing. Franco Donati, imprenditore e già consigliere nazionale per il Ppd. Mi ha fatto partecipe del suo dramma familiare, durante l’inchiesta e poi, dopo l’abbandono del procedimento, della sua speranza che la questione del risarcimento non andasse troppo per le lunghe ( tra l’altro non mi è sembrato un desiderio “ scandaloso” da parte di una persona così duramente colpita come marito e padre). Non è sempre facile resistere alla tentazione di aiutare un amico, o comunque una persona stimata, quando conosci il suo dramma. Ho però preso atto delle richieste dell’ing. Donati ben sapendo che nella mia posizione non dovevo, né potevo fare assolutamente nulla di sostanziale per aiutarlo. E nulla ho fatto, sia durante l’inchiesta che successivamente, lasciando ai miei collaboratori il compito di seguire le discussioni fra l’assicurazione e il rappresentante del dr. Riccardo Donati".
E conclude: " Respingo però con sdegno l’insinuazione che l’agire mio e del mio dipartimento possa essere stato in qualche modo influenzato da rapporti personali e partitici con la famiglia Donati".
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