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MESOCCO

Il Municipio dice basta ai rave al castello

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Il Municipio dice basta ai rave al castello
di Joe Pieracci MESOCCO - I ravers sono giovani amanti di musica elettronica alla costante ricerca di liberi spazi e mentalità aperte. Un binomio che aveva trovato spazio in Mesolcina. Per la precisione a Mesocco. E così il suggestivo...

MESOCCO - I ravers sono giovani amanti di musica elettronica alla costante ricerca di liberi spazi e mentalità aperte. Un binomio che aveva trovato spazio in Mesolcina. Per la precisione a Mesocco. E così il suggestivo scenario del castello di Mesocco è stato per anni uno dei templi svizzeri dei rave party all'aria aperta.

"Qui nulla è proibito", questo il motto dei ravers. I dj pompano musica per 24 o anche 48 ore consecutive. Il consumo di alcool e di sostanze proibite è la normalità. Il movimento dei free parties e dei rave è stato ormai assimilato nella cultura giovanile svizzera del nuovo millennio. Ed una grossa fetta di pubblico - il successo della Street Parade di Zurigo lo dimostra ogni estate - li segue assiduamente. Sempre di più, nonostante la loro frequenza sia stata ridotta dalle incursioni delle autorità. E anche a Mesocco, il periodo dei rave, ora è ormai cosa passata.

Ce lo conferma Giorgio Cereghetti, segretario comunale del comune alto Mesolcinese. "Il primo passo per cercare di vietare i rave l'ha fatto la Fondazione Castello, che ha in gestione l'area dal comune. I motivi che stanno alla base della loro richiesta al Municipio sono diversi: innanzitutto perché il castello non è un luogo pensato per ospitare questo genere di feste, poi perché mancano sia le strutture che i servizi, perché è già capitato che dopo le feste abbiamo trovato delle parti di murata divelte o rovinate, per il rumore indesiderato ed infine perché c'è il problema della sicurezza. La Fondazione ha chiesto al Municipio di prendere una posizione. E l'esecutivo ha seguito alla lettera le indicazioni della Fondazione, vietando, per un anno, ogni rave".

In Municipio la decisione è stata unanime? "Sono cose che non si possono rendere pubbliche - continua Cereghetti - ma a Mesocco c'è chi dice che questo divieto sia sbagliato perché i rave sono una delle poche manifestazioni organizzate in valle, perché in ogni caso l'indotto c'era e perché in fondo con diverse organizzazioni s'è potuto lavorare davvero bene e non abbiamo mai avuto problemi. Certo i rave ai quali accorrevano 2000 persone presentavano diversi problemi sia per quanto riguarda i parcheggi sia per una questione di sicurezza, ma quando abbiamo limitato il numero a 500 persone non ci sono mai state grane...se non quella del rumore, che chiaramente si sente".

I ravers, comunque, non disturbavano solo la popolazione di Mesocco, ma anche quella della vicina Soazza. "Si, da Soazza arrivavano delle telefonate al sindaco di Mesocco, durante la notte, per reclamare per la musica troppo forte. Dipendeva dal vento, quando soffiava verso valle è chiaro che la musica si sentiva anche da loro. Il comune di Soazza, però, non ha inoltrato nessuna richiesta ufficiale".

Sia quel che sia: la festa è finita.

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