Referendum a livello comunale: proposta la modifica della LOC sul numero delle firme
Oggi, affinché un’iniziativa o un referendum possano dirsi riusciti, occorre presentare alla Cancelleria comunale un numero di firme pari a 1/5 degli iscritti in catalogo nel Comune. La proposta che viene sottoposta al Gran Consiglio prevede il mantenimento di 1/5 di firme nei Comuni con meno di 10'000 abitanti, mentre nei Comuni con più di 10'000 abitanti bastano le firme di 1/6 di cittadini, ritenuto però un minimo di 2'000 firme e un tetto masimo di 3'500 firme.
I motivi alla base di questo cambiamento sono da ricercarsi nella nascita, attraverso i progetti di aggregazione, di nuovi Comuni che possono avere un numero di abitanti superiore alla realtà sino ad oggi conosciuta. È già il caso della Nuova Lugano. Proprio l’esempio di Lugano permette di comprendere il senso della modifica proposta: la nuova Città conta 27 mila iscritti in catalogo; ciò significa che per la riuscita di un’iniziativa o di un referendum - con la situazione attuale - occorre raccogliere circa 5'500 firme. Se si pensa che per avere buon esito un referendum o un’iniziativa a livello cantonale (con circa 200'000 cittadini iscritti in catalogo) bastano 7'000 firme, ben si comprende la disparità in cui potrebbero essere confrontati i cittadini di Lugano per esercitare il diritto di iniziativa o di referendum a livello comunale.
La proposta che viene sottoposta al Gran Consiglio bilancia le varie esigenze e tiene conto delle nuove realtà. In questo senso considera pure le sollecitazioni giunte dal Parlamento, che in sede di approvazione della nuova Legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni ha richiesto tali modifiche senza aspettare la prospettata revisione generale della LOC.




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