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Monicelli: Parla un grande del cinema italiano

Armata Brancaleone a rapporto
Monicelli: Parla un grande del cinema italiano
Armata Brancaleone a rapporto
Classe 1915, l’Italia entrava in quell’anno nel primo conflitto mondiale che il nostro seppe cantare magnificamente nel 1959 con  La grande guerra,  Mario Monicelli si presenta in conferenza stampa con la freschezza che non h...
Classe 1915, l’Italia entrava in quell’anno nel primo conflitto mondiale che il nostro seppe cantare magnificamente nel 1959 con
 
La grande guerra,
 
Mario Monicelli si presenta in conferenza stampa con la freschezza che non hanno i suoi colleghi più giovani che ogni giorno si siedono allo stesso tavolo.
Vicino a lui Michel Ciment direttore di
 
Positif,
 
rivista chiave della cultura cinematografica. Rivista che Locarno festeggia in occasione del cinquantenario proprio con
 
L’armata Brancaleone. « Sono molto lusingato
 
– ha spiegato il regista –
 
di trovarmi qui a fine carriera in un festival
così giovane e chiamato da Irene Bignardi insieme con la rivista che per prima capì il vero significato della commedia all’italiana. Una commedia in quel tempo che tra le altre cose era accusata di parlare in dialetto quando l’Italia aveva bisogno di una lingua nazionale.
Oggi succede il contrario, ma credo che proprio la confusa diversità linguistica che appare ne
 
L’armata Brancaleone
 
abbia fatto la fortuna del film, anche se a quel tempo i produttori vedevano proprio in questo la possibilità che il film fallisse
 
» .
 

Il cast era quello che desiderava?
 
« In generale sì, l’unico che non avrei voluto è Gian Maria Volontè, non perché non fosse bravo, ma perché il ruolo che lui ha, quello del bizantino, era stato pensato proprio per Dario Fo
 
» .
 

“ Armata Brancaleone” è diventato poi un termine di uso comune, come?
 
« È un termine che indica soprattutto in politica un inganno, un gruppo raccogliticcio che già si sa non finirà bene, oppure una gruppo di persone che intraprende cose già destinate al fallimento, più grandi di loro. Quella di queste strane armate ho
scoperto è poi una costante nei miei film, forse perché mi piace dar vita a commedie senza il lieto fine
 
» .
 

Il film ha poi avuto un seguito?
 
« In Italia sì, si contano una quantità di film scollacciati, di terzo ordine, ambientati in un immaginario medioevo pieno di frati e suore
 
» .
 

Ci può raccontare un episodio curioso?
 
« C’era una certa rivalità tra Vittorio Gassman e Gian Maria Volontè, il primo aveva un fisico d’atleta, era stato un campione di pallacanestro, il secondo era possente. Si sfidavano spesso a braccio di ferro, ma una sera al ristorante diedero vita ad un incontro di lotta greco- romana che sorprese tutti. Alla fine vinse Vittorio, ma credo che anche Volontè si sia divertito
 
» .
 

UGO BRUSAPORCO
   

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