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CASO JERMINI: 45 milioni illeciti nelle casse dell’FCLugano

La Magistratura ha reso noti i risultati delle indagini circa le malversazioni compiute da Helios Jermini. L’ex presidente dell’FCL si è appropriato di averi dei suoi clienti per un totale di circa 61 milioni di franchi, 45 milioni dei quali riversati nelle casse del club. Belardelli, invece, ha solo millantato una capacità finanziaria in realtà inesistente.
L'amaro giocattolo è costato caro all'ex presidente del Lugano Helios Jermini - foto Ti Press
CASO JERMINI: 45 milioni illeciti nelle casse dell’FCLugano
La Magistratura ha reso noti i risultati delle indagini circa le malversazioni compiute da Helios Jermini. L’ex presidente dell’FCL si è appropriato di averi dei suoi clienti per un totale di circa 61 milioni di franchi, 45 milioni dei quali riversati nelle casse del club. Belardelli, invece, ha solo millantato una capacità finanziaria in realtà inesistente.
Il Procuratore pubblico Emanuele Stauffer ha reso noto oggi i risultati dell’indagine su Helios Jermini, ex presidente del Football Club Lugano, nonché azionista e presidente della succursale luganese della società fiduciaria...
Il Procuratore pubblico Emanuele Stauffer ha reso noto oggi i risultati dell’indagine su Helios Jermini, ex presidente del Football Club Lugano, nonché azionista e presidente dellasuccursale luganese della società fiduciaria Lagestion SA, il cui corpo è stato ritrovato nelle acque del Lago Ceresio lo corso 7 marzo. Nei giorni immediatamente successivi sono emerse una serie di indizi che davano atto di probabili malversazioni commesse dal defunto, tanto che ilMinistero Pubblico ha aperto un’inchiesta atta a compiere accertamenti perdeterminare l'eventuale partecipazione di terzi alla commissione di reati diordine patrimoniale, e per capire soprattutto se altre persone avevano potuto intascare soldi da queste malversazioni.

L'inchiesta è stata condotta dal Ministero Pubblico, con la collaborazione dell'Equipe finanziaria del Ministero Pubblico, della sezione SREF della Polizia Giudiziaria e dei dipendenti della Lagestion SA ed oggi è possibile conoscere la dinamica degli eventi, dal 1987 ad oggi, relativi all'uso dei capitali affidati in gestione a Helios Jermini, tramite la Lagestion SA.

Molte le persone che sono state interrogate durante le indagini. In particolare sono stati sentiti i dipendenti della Lagestion, i presidenti già in carica del FCL, i membri del comitato del FCL, i responsabili amministrativi del FCL ed i funzionari della banca presso la quale erano appoggiati i conti dei clienti della Lagestion SA, della Lagestion stessa e del FCL.

In base all'esame delle ricostruzioni contabili il Ministero Pubblico è giunto alla conclusione che Helios Jermini, a partire dal 1983 e fino a quest'anno, si è ripetutamente appropriato di averi di pertinenza dei suoi clienti per un totale di circa CHF 61 milioni, dei quali CHF 45 milioni riversati nelle casse del FCL. L'alimentazione dei conti del FCL, facendo capo a queste risorse patrimoniali di pertinenza di terzi, ha avuto inizio nel 1987 al più tardi.

Nel lungo documento fornito dal Ministero Pubblico sono molti i punti sui quali si è cercato di portare chiarezza. Ad iniziare dalla Lagestion SA, una società anonima del Liechtenstein, con succursale a Lugano, di cui Helios Jermini era unico azionista, nonché presidente. La società, che contava circa dieci dipendenti, si occupava principalmente di gestione patrimoniale e di attività di carattere commerciale e contabile. Di tutto ciò erano responsabile Helios Jermini e un suo collaboratore. Per quanto attiene la gestione patrimoniale, i clienti erano un centinaio; la massa in gestione oscillava fra i CHF 30 e 60 mio, a dipendenza dei periodi. I clienti della Lagestion SA erano stati perlopiù conosciuti da Jermini quando lavorava presso una banca di Lugano; lasciato questo Istituto, nel 1977, Jermini continuò ad occuparsi della gestione di questi capitali a titolo di gestore esterno.

Per quel che concerne l’attività di Jermini nell’FC Lugano, Il Procuratore Pubblico Emanuele Stauffer ha sottolineato che fin da quando Jermini divenne membro del comitato della squadra, siamo quindi nel 1987, e successivamente presidente, nel 1995 per l’esattezza, assunse da subito un ruolo importante, occupandosi in particolare della parte finanziaria ed assicurando già il ruolo di finanziatore. A partire dal 1995, era diventato l'unico collettore di finanziamenti, mentre tutti gli altri membri del comitato svolgevano solo ruoli secondari negli aspetti finanziari. Helios Jermini si occupava anche dei contratti, e a tal proposito è stato precisato che una parte dello stipendio era menzionata nel contratto destinato alle autorità ed un'altra parte veniva inserita in un documento collaterale ad uso interno.

Dopo la sua morte la stampa ha parlato anche di crediti postergati ammontanti a CHF 10 milioni. Ebbene, le indagini hanno appurato che si tratta di una questione priva di rilevanza penale. ”Va tuttavia specificato – si legge nel documento - che tali crediti sono di natura prettamente scritturale. Stando a quanto ricostruito, essi sono stati appositamente creati da Helios Jermini in modo tale da evitare una presa di controllo da parte di terzi del FCL. In effetti, con a bilancio del FCL tali debiti, chi avrebbe tentato di assumere il controllo del club avrebbe dovuto in qualche modo fronteggiarli, consentendo ai creditori posterganti di recuperare i loro apporti. In questo senso i crediti postergati risultanti a bilancio non sono in sintonia con la realtà dei fatti nel senso che non danno atto degli importi effettivamente versati a favore del FCL. Possono essere definiti un artifizio contabile”.
Le società posterganti (FCL Football & Sport Financing Ltd, Vaduz e FCL Foot Promotion, Panama) erano tutte controllate da Helios Jermini, e sono state utilizzate quali veicoli di finanziamento e come strumento necessario ai fini di poter porre a bilancio del FCL questi debiti postergati senza che fosse necessario indicare le generalità degli asseriti sostenitori.

Chiarita anche la posizione di Pietro Belardelli in tutta questa vicenda, nei confronti del quale, nel 2000, erano state aperte informazioni preliminari per titolo di riciclaggio, dato che esistevano sospetti inerenti l'origine dei capitali da lui messi a disposizione del FCL. Già all'epoca era stato possibile concludere che Belardelli non aveva effettuato alcun apporto a favore del FCL. L'inchiesta ha confermato la conclusione che Belardelli aveva ripetutamente promesso a Helios Jermini il versamento di ingenti somme per l'acquisto del FCL. Sarebbero stati trovati documenti che attesterebbero queste promesse. In altre parole Belardelli ha più volte millantato una capacità finanziaria in realtà inesistente.

Tutte le indagini condotte dal Procuratore Pubblico non hanno portato comunque ad individuare responsabilità penali di terzi, né a titolo di correità o complicità nella commissione dei reati, né all'atto della ricezione e dell'uso del provento di reato. ”Certamente – si legge nella ricostruzione dell’intera vicenda - l'entità delle somme in gioco può far nascere qualche perplessità; nondimeno tutte le verifiche eseguite, che hanno coperto o toccato buona parte dell'attività di Jermini, non hanno portato a ritenere che qualcuno avesse consapevolezza circa la provenienza illecita degli averi impiegati”.

red

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