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Pensionamento anticipato? Berna intende renderlo meno attraente

Riforma AVS 2030: più penalità per chi si ritira prima, incentivi per chi lavora più a lungo.
20min/Stefan Lanz
Fonte Blick
Pensionamento anticipato? Berna intende renderlo meno attraente
Riforma AVS 2030: più penalità per chi si ritira prima, incentivi per chi lavora più a lungo.

Rendere meno conveniente la pensione anticipata nell’AVS: È quanto intende fare il Consiglio federale. Secondo quanto si apprende dal Blick, con la riforma AVS 2030, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider vuole creare incentivi per spingere le persone a lavorare più a lungo e scoraggiare il pensionamento anticipato, anche tramite tagli più severi alle rendite.

Una strategia del bastone e della carota - La strategia della ministra prevede che da un lato, chi rimane attivo oltre l’età ordinaria di pensionamento deve trarne vantaggi, ad esempio grazie a franchigie più alte o supplementi maggiori; dall’altro, le pensioni anticipate devono risultare meno allettanti. Particolare attenzione è rivolta alle casse pensioni della seconda pilastro: l’età minima per andare in pensione dovrebbe salire da 58 a 63 anni, allineandosi a quella dell’AVS.

Al vaglio anche i supplementi per chi posticipa il pensionamento - Anche nel primo pilastro, dove oggi chi anticipa la pensione di un anno riceve una rendita ridotta del 6,8% e di due anni del 13,6%, la situazione non migliorerà. Al contrario, secondo i piani del Consiglio federale, i tassi di riduzione resteranno tali, e potrebbero persino aumentare. L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali ha spiegato al quotidiano che «questo adeguamento renderebbe la pensione anticipata più attraente e il rinvio meno interessante. Gli obiettivi della revisione sono invece: ridurre gli incentivi al pensionamento anticipato e promuovere l’attività lavorativa oltre i 65 anni». Persino i supplementi per chi posticipa la pensione dovranno essere eventualmente rivisti.

In passato, con la riforma AVS‑21, si era previsto un abbassamento dei tassi di riduzione: 4% per un anno di anticipo e 7,7% per due, con ulteriori riduzioni per i redditi bassi. Il Parlamento, però, aveva stabilito che l’adeguamento non sarebbe entrato in vigore prima del 2027. Ora il Consiglio federale ha deciso di rinunciare del tutto a questa modifica, come emerge dai documenti interni sulla consultazione relativa all’AVS 2030 ottenuti da Blick.

Adeguamento dei nuovi tassi di riduzione - Baume-Schneider intende attendere l’entrata in vigore della riforma AVS 2030 per adeguare i tassi di riduzione, ma non al ribasso, bensì tendenzialmente al rialzo. La ministra afferma che è «necessario fissare i tassi sulla base di principi incentivanti» e ribadisce l’obiettivo: «Rendere meno attraente la pensione anticipata e più interessante il rinvio della rendita».

La decisione della ministra segue anche le indicazioni del Parlamento: durante la sessione estiva, il Consiglio degli Stati ha approvato all’unanimità una mozione che chiede di mantenere o aumentare il tasso attuale del 6,8% per anno, mentre chi posticipa la pensione dovrebbe ricevere un supplemento più alto. Il Consiglio nazionale ha dato il via libera alla proposta con 129 voti favorevoli e 62 contrari.

Una scelta incomprensibile - Il consigliere agli Stati PLR Damian Müller (Lucerna), promotore della mozione, critica la riforma AVS‑21: «Diminuire i tassi di riduzione e rendere più attraente la pensione anticipata volontaria è incomprensibile. Rispetto a oggi, chi avesse lavorato più a lungo sarebbe stato addirittura penalizzato!». Müller aggiunge: «Le pensioni anticipate volontarie sono dannose e aumentano la pressione migratoria. È più sensato promuovere il lavoro volontario per contrastare la carenza di personale qualificato. Nessuno deve lavorare di più, ma chi lo fa volontariamente deve essere ricompensato con un supplemento dignitoso».

Critiche arrivano anche da sinistra - La co-presidente del gruppo SP Samira Marti (31) definisce «politicamente discutibile» il fatto che i tassi non vengano ridotti come promesso con AVS‑21, sottolineando che la progressione sociale prevista non è stata ancora attuata. «Invece di proporre soluzioni, il Consiglio federale con AVS 2030 introduce un vero e proprio cambio di paradigma», afferma Marti. «Il gruppo SP si oppone a questi aumenti dell’età pensionabile dalla porta di servizio».

Per ora non è chiaro quanto saranno elevati i nuovi tassi di riduzione - Baume-Schneider specifica che dovranno essere «differenziati in base al reddito», più bassi per i salari più modesti e più alti per i redditi elevati. Restano da definire anche gli effetti finanziari complessivi sull’AVS. La riforma sarà sottoposta a consultazione nella prossima primavera e solo allora si saprà quanto la ministra intenda restringere le maglie per i potenziali pensionati anticipati.

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