Viola Amherd: «La giornata di oggi rappresenta una pietra miliare per la stabilizzazione e l’ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali».
BERNA - La Svizzera e l'Unione europea hanno raggiunto un accordo a livello materiale sui bilaterali III. Lo hanno dichiarato oggi la presidente della Confederazione Viola Amherd e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante una conferenza stampa a Berna.
Viola Amherd e Ursula von der Leyen hanno espresso il loro apprezzamento per il risultato conseguito e hanno discusso su questioni attuali concernenti la politica europea e gli sviluppi a livello globale.
«Questo accordo tra l’Unione europea e la Svizzera è storico», ha affermato von der Leyen. «In questo modo non solo rafforziamo la partnership duratura tra noi. Il legame rafforzato è anche di grande importanza in un contesto più ampio», ha aggiunto la presidente della Commissione europea. «Forniamo risposte comuni alle realtà globali con cui tutti dobbiamo confrontarci. Viviamo in un'epoca di rapidi cambiamenti, gli equilibri di potere globali sono in costante cambiamento».
La soddisfazione di Viola Amherd
Anche la Amherd ha voluto rimarcare l'importanza del risultato conseguito: frutto di un duro lavoro che costituisce un passo importante verso la stabilizzazione e l’ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali. Questa la dichiarazione della Presidente Amherd: «La giornata di oggi rappresenta una pietra miliare per la stabilizzazione e l’ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali. Ciò va a vantaggio della popolazione svizzera e dell’area UE. Le economie, i dipendenti, i consumatori, gli studenti e i ricercatori – in altre parole, la società nel suo insieme».
In un comunicato, il DDPS conferma che entrambe le parti hanno elogiato il grande sforzo profuso nei nove mesi in cui si è svolto il processo negoziale. Sempre oggi, la presidente della Confederazione e la presidente della Commissione europea hanno discusso sui prossimi passi del processo politico che il pacchetto negoziale seguirà in Svizzera.
Altro tema sul tavolo ha riguardato il contesto globale in cui la Svizzera e l’UE disciplinano le loro relazioni bilaterali. Quindi - spiega ancora il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) - sono state evocate questioni come l’influenza crescente delle idee autocratiche e protezionistiche, il moltiplicarsi dei conflitti e la frammentazione dell’ordinamento mondiale. In considerazione delle attuali sfide geopolitiche, le due parti hanno ribadito l’importanza della cooperazione in Europa.
I punti essenziali
Dopo 197 riunioni si sono dunque conclusi i negoziati a livello materiale fra la Svizzera e l'Unione europea (Ue). Stando al Consiglio federale, il risultato raggiunto è «positivo».
La firma è prevista per la primavera prossima, mentre il dossier finirà sui banchi del parlamento nel 2026.
Nel settore della libera circolazione delle persone, l’obiettivo è stato raggiunto: mantenere l’orientamento dell’immigrazione verso l’attività economica, limitare le conseguenze per i sistemi di aiuto sociale dotandosi di mezzi efficaci per combattere gli abusi e rispettare la Costituzione federale per quanto riguarda l’espulsione penale. La Svizzera è riuscita pure a concretizzare la messa a punto di una clausola di salvaguardia per contrastare gli effetti imprevisti della libera circolazione delle persone. Inoltre, potrà garantire a lungo termine le condizioni salariali e lavorative del personale distaccato, mantenendo l’attuale livello di protezione.
Oltre che nei settori della migrazione e della protezione dei salari, grazie ai negoziati la Svizzera è riuscita a ottenere eccezioni per proteggere i propri interessi essenziali nei settori dei trasporti terrestri, dei prodotti agricoli e dell’energia elettrica. Il servizio pubblico non sarà interessato.
Oltre che nei settori della migrazione e della protezione dei salari, grazie ai negoziati la Svizzera è riuscita a ottenere eccezioni per proteggere i propri interessi essenziali nei settori dei trasporti terrestri, dei prodotti agricoli e dell’energia elettrica. Il servizio pubblico non sarà interessato.
In merito al contributo di coesione regolare della Svizzera, esso ammonterebbe a 350 milioni di franchi all'anno a partire dal 2030 fino al 2036. Nel frattempo, sempre a livello di coesione, la Svizzera si è impegnata a versare un importo finanziario supplementare per ogni anno dal 2025 alla fine del 2029 di 130 milioni di franchi. Questa somma sarà destinata direttamente a programmi e progetti nei Paesi partner della Svizzera all'interno dell'Ue.
Trattative in linea con gli interessi della Svizzera
Il Consiglio federale sottolinea inoltre che gli obiettivi definiti nel mandato negoziale sono stati raggiunti in tutti i settori interessati. I risultati positivi delle trattative sono in linea con gli interessi della Svizzera e spianano dunque la strada per le prossime tappe dell’attuazione della strategia «a pacchetto».
Gli elementi istituzionali sono integrati direttamente negli accordi relativi al mercato interno, mentre le norme sugli aiuti di Stato trovano applicazione solo in tre settori specifici: trasporto aereo, trasporti terrestri ed energia elettrica.
Periodo transitorio
La Svizzera e la Commissione europea hanno definito le modalità della loro cooperazione durante il periodo che va dalla fine del 2024 all’entrata in vigore del pacchetto. La completa attivazione della soluzione transitoria nel settore della ricerca e dell’innovazione è prevista a partire dal 1° gennaio 2025: ciò permetterà agli attori in Svizzera di partecipare a quasi tutti i bandi di concorso di Orizzonte Europa, del programma Euratom e del programma Europa digitale.
La Svizzera e la Commissione europea hanno inoltre convenuto di collaborare già nel periodo transitorio per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento delle reti elettriche e di adottare misure comuni per proteggere i cittadini in caso di minacce sanitarie transfrontaliere gravi. Nel settore dei trasporti terrestri, hanno deciso di prorogare le misure transitorie che consentono alla Svizzera di partecipare all’Agenzia dell’UE per le ferrovie dopo il 2025.
La Svizzera e la Commissione europea coopereranno strettamente per garantire il corretto funzionamento degli attuali accordi relativi al mercato interno. In particolare, discuteranno dell’attuazione dell’Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA). Il dialogo sulla regolamentazione dei mercati finanziari, ripreso il 4 luglio scorso, sarà portato avanti.
Conformemente al suo mandato negoziale, la Svizzera si è impegnata a versare un importo finanziario supplementare che riflette l'entità della sua cooperazione con l'UE tra la fine del 2024 e la fine del 2029 nel settore della coesione. Questo impegno finanziario per il periodo transitorio ammonta a 130 milioni di franchi svizzeri per ogni anno dal 2025 alla fine del 2029. Questa somma sarà destinata direttamente a programmi e progetti nei Paesi partner della Svizzera all'interno dell'UE. L'importo sarà dovuto solo a partire dall'entrata in vigore degli accordi del pacchetto.
Contributo della Svizzera: 350 milioni all'anno
Le trattative hanno permesso di precisare il meccanismo dei contributi regolari della Svizzera per la coesione nell’UE a partire dal 2030. Questi contributi, che costituiscono un elemento importante della via bilaterale, finanzieranno come avvenuto finora progetti comuni nei Paesi partner e permetteranno di rispondere a sfide comuni, come la migrazione. Per il periodo 2030–2036 il Consiglio federale ha fissato con l’UE un importo annuo di 350 milioni di franchi.