
BERNA - Per mantenere viva una lingua è importante che essa possa essere parlata e vissuta anche da persone che si esprimono con idiomi diversi. Per il Consigliere federale Ignazio Cassis, intervenuto oggi a Zurigo ad un convegno su italiano e romancio, «bisogna incoraggiare i giovani a scegliere anche gli idiomi minoritari come lingue di studio».
A questo proposito - ha sottolineato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) - «è confortante sapere che alcuni cantoni sostengono nuovi programmi di maturità bilingue con l'italiano, con la possibilità di frequentare una parte del liceo in Ticino».
Per il Consigliere federale ticinese tuttavia, «finché gli studenti avranno la possibilità di scegliere lo spagnolo al posto dell'italiano come disciplina di maturità, la situazione resterà complicata».
Un discorso simile può essere fatto anche per il romancio: le scuole che sostituiscono la maturità bilingue tedesco-romancio con l'opzione dell'inglese «imboccano una strada sbagliata».
Il responsabile del DFAE ha chiuso in serata con il suo discorso un convegno che ha riunito a Zurigo rappresentanti delle comunità italofone e romanciofone. Intitolato «La Svizzera è anche italiana e romancia», il convegno era organizzato dall'Ufficio federale della cultura (UFC) e dalla Direzione del diritto internazionale pubblico (DDIP).
Per quanto mi dolga profondamente, come italofono e soprattutto come Ticinese, devo però accettare che oggigiorno, considerato il mercato del lavoro che lo attende, un giovane svizzero tedesco o romando, nell’ottica della preparazione per il suo futuro, dia la priorità all’apprendimento dell’inglese. Mi spiegate cosa se ne fa, per la pagnotta, del romancio e anche dell’italiano? Lo aiuteranno più dell’inglese a trovare lavoro? Evitiamo di essere ipocriti, per cortesia.