Banca WIR punta ancora sulla sua moneta alternativa: «Vale oro»

La valuta omonima è diffusa anche in Ticino dove è accettata da 573 aziende
BASILEA - La Banca WIR rimane ancorata alla sua particolare valuta alternativa, diffusa anche in Ticino.
«La moneta complementare e la relativa rete di piccole e medie imprese valgono oro», afferma Bruno Stiegeler - nuovo presidente della direzione dell'istituto con sede a Basilea e presente anche a Lugano - in un'intervista pubblicata oggi dalla piattaforma online Schweizeraktien.net.
Grazie a WIR, le PMI fanno affari tra loro, con i giovani imprenditori sempre più orientati a giocare la carta dei prodotti regionali e sostenibili, spiega Stiegeler. Tuttavia la valuta WIR - accettata da 573 aziende in Ticino e 786 nei Grigioni - rispecchia solo una piccola parte dell'attività della banca: attualmente l'87% avviene in franchi.
Gli affari vanno bene. Nel primo semestre del 2019 l'utile è aumentato del 69% a 16 milioni di franchi: una tendenza che si sta confermando anche nella seconda parte dell'anno, ha assicurato il Ceo. «Se entro la fine di dicembre i mercati finanziari non faranno le capriole come a fine fine 2018 la banca WIR registrerà un ottimo risultato».
Stiegeler non è invece soddisfatto del prezzo delle parti ordinarie della società cooperativa negoziate su OTC-X della Banca cantonale di Berna, la piattaforma per lo scambio di valori non quotati.
«I titoli sono chiaramente al di sotto del valore», sostiene il manager. A suo avviso il prezzo attuale di 360 franchi è nettamente inferiore al valore intrinseco di oltre 500 franchi. Il 55enne in carica dallo scorso maggio si dice fiducioso che i risultati della banca - che ha 275 dipendenti - possano lanciare chiari segnali al mercato.
La Banca WIR ("wir" non sta per noi, o non direttamente: sta per Wirtschaftsring, anello economico) è stata fondata nel 1934 prendendo spunto da un'esperienza danese, che puntava su un sistema di compensazione senza passaggio di contanti che sopperiva alla carenza di liquidità dovuta alla crisi.
La valuta WIR vale quanto il franco e sui suoi conti non viene concesso alcun interesse: questo per favorire la circolazione dei soldi, in modo che le aziende non tengano ferme il denaro (cosa che invece facevano, non investendo quindi, negli anni 30).
Addirittura all'inizio per far sì che la moneta passasse velocemente di mano veniva prelevata una tassa sui depositi (quello che oggi è un interesse negativo), un balzello che nel 1948 venne revocato.
Il sistema funziona ancora adesso. Per tutte le transazioni svolte nel sistema WIR è prevista una quota di accettazione, che può essere compresa fra il 3% e il 100%: ciò significa che la corrispondente quota del valore di un ordine viene accettata in WIR.




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