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SVIZZERA

C’è chi voleva le dimissioni di Süssli già lo scorso autunno

Le radici del caos all’interno del dipartimento della Difesa: l’inchiesta ai danni del capo dell’esercito.
DDPS
Fonte Nzz
C’è chi voleva le dimissioni di Süssli già lo scorso autunno
Le radici del caos all’interno del dipartimento della Difesa: l’inchiesta ai danni del capo dell’esercito.

BERNA - Un fulmine a ciel sereno. Le dimissioni del capo dell’esercito Thomas Süssli e il capo dei Servizi segreti, Christian Dussey, annunciate la scorsa settimana dopo una fuga di notizie da Palazzo federale, hanno sconvolto il dipartimento della Difesa.

Eppure, secondo quanto anticipato questa mattina dalla Nzz am Sonntag, il caos all'interno dell’istituzione avrebbe radici ancora più profonde. Lo scorso autunno Süssli era infatti già finito nel mirino del Consiglio federale. La ragione? Il sospetto di una violazione del segreto di ufficio.

La fiducia verso il capo dell’esercito era stata messa in discussione dopo la pubblicazione di uno studio, commissionato su iniziativa di Karin Keller-Sutter, con il mandato di esaminare il bilancio finanziario e proporre un pacchetto di misure per contenere le spese federali.

Sullo sfondo la difficile situazione finanziaria dell'esercito tra chi sostiene un aumento delle spese militari e chi invece grida al risparmio. Secondo documenti interni, ballerebbe mezzo miliardo di franchi di costi operativi. Ergo: rischiano di saltare un totale di 260 posti di lavoro - circa 100 solo nella logistica. La pubblicazione del documento aveva mandato su tutte le furie la ministra delle Finanze, tanto che avrebbe chiesto le dimissioni di Süssli.

Fatto sta che il Ddps ha in seguito presentato una denuncia penale al Ministero pubblico per violazione del segreto d'ufficio contro ignoti. È stata inoltre aperta un’indagine amministrativa per fare luce sulla posizione dello stesso Süssli. E se i risultati dell’inchiesta hanno infine dato ragione al capo dell’esercito (scagionandolo), ecco che gli strascichi della vicenda, secondo il quotidiano d'oltralpe, sarebbero rimasti - causando ulteriori attriti.

«L'indagine ha rivelato che non vi sono fatti che richiedano un intervento ufficiale nell'interesse pubblico», ha commentato il DDPS alla Sonntagszeitung. Nessun procedimento disciplinare quindi nei confronti di Süssli. Nel frattempo il procedimento penale è stato sospeso.

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